La prova regina: Dna forense e celebri delitti italiani (Italian Edition) by Bangone Gianfranco

La prova regina: Dna forense e celebri delitti italiani (Italian Edition) by Bangone Gianfranco

autore:Bangone Gianfranco [Gianfranco, Bangone]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, Criminology
ISBN: 9788875786694
Google: 5oIZMQAACAAJ
Amazon: B06XD71C13
editore: Codice edizioni
pubblicato: 2017-03-02T00:00:00+00:00


Capitolo 4

Il DNA nelle analisi di laboratorio

Come si fa a risalire all’identità di un individuo partendo da una traccia lasciata sul luogo del delitto? Le serie televisive dedicate alle scienze forensi non solo non ci aiutano, ma ci portano fuori strada.

In queste indagini tutto è sempre troppo facile, troppo semplice, troppo immediato. CSI – Crime Scene Investigation ha fatto scuola in questo genere televisivo, ne abbiamo già parlato, ma a volerlo cercare, forse il minimo comune denominatore tra le serie di grande successo è che tecnicamente siamo soggiogati, distratti e fuorviati dalla narrazione che ha regole e colpi di scena propri. La scienza, qui, è sempre in secondo piano. I personaggi in carne e ossa che lavorano sul DNA non solo non hanno niente di tutto questo, ma svolgono un lavoro parcellizzato, tecnico, chiusi nei loro laboratori.

Emiliano Giardina, responsabile del laboratorio di genetica forense dell’Università di Roma Tor Vergata, sintetizza il concetto molto bene: «Un tecnico forense del DNA produce dati scientifici, ma il suo lavoro si ferma qui, il resto compete ai tribunali». Non è propriamente un chiamarsi fuori dalla mischia, visto che Giardina è spesso consulente di procure che indagano su casi famosi di omicidio, ma un delimitare il proprio settore di competenza, per non fare confusione tra i ruoli e non cadere nella trappola totalizzante dei format televisivi.

Il lavoro investigativo è a monte, in un laboratorio arrivano solo campioni, anche se un genetista che fa il consulente per una procura può suggerire delle strade per scovare un colpevole, sostenere o illuminare tecnicamente il lavoro del magistrato che conduce le indagini. Insomma, nella pratica un tecnico forense ha sicuramente un doppio ruolo: produce risultati scientifici – in altri termini, prove – che la pubblica accusa presenterà in sede di giudizio, ma nei cosiddetti cold cases, ovvero in quei casi che resterebbero irrisolti se venissero applicate solo le tradizionali tecniche investigative, può trovare il bandolo della matassa attraverso innovativi percorsi scientifici.

Gli omicidi di Lynda Mann e Dawn Ashworth a Narborough, commessi rispettivamente nel 1983 e nel 1986, a cui abbiamo dedicato il primo capitolo, per esempio, sono dei cold cases in cui anni di indagini tradizionali non hanno portato ad alcun risultato. È stato uno screening di massa con la raccolta di oltre cinquecento campioni biologici degli abitanti maschi della contea fra i diciassette e i trentaquattro anni a permettere di inchiodare il duplice omicida.

In tempi recenti un caso del genere, forse più noto al grande pubblico di casa nostra, è l’omicidio di Yara Gambirasio, per il quale non si trova un indiziato nonostante tre lunghi anni di lavoro investigativo, fin quando nel 2014 viene arrestato Massimo Bossetti, anche qui dopo aver effettuato uno screening di massa raccogliendo ed esaminando migliaia di campioni. È stato come cercare un ago in un pagliaio, dice ai giornali il pubblico ministero che si è occupato del caso, ma senza la massiccia raccolta di campioni di DNA non sarebbe stato possibile individuarlo.

La precisazione di Emiliano Giardina si presta anche a una seconda lettura:



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