La repubblica dei vinti by Sergio Tau

La repubblica dei vinti by Sergio Tau

autore:Sergio Tau [Tau, Sergio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2018-09-05T22:00:00+00:00


La prima squadra mortai torna alla San Marco

GIANCARLO LEONARDI Ci siamo fatti riconoscere e, fumando finalmente, siamo scesi verso Aulla. A un posto di blocco i tedeschi hanno sorriso per le nostre facce e per i nostri stracci.

Sulla piazzetta di Aulla c’è l’Osvaldo con una divisa fiammeggiante e lo sguardo distaccato, di sufficienza. Lui era riuscito a defilarsi dai partigiani prima di noi.

«Aspettiamo chiarimenti sulla vostra posizione giudiziaria» ci hanno detto. Per farci difendere dalla probabile accusa di diserzione, Teruzzi, Sala, Secol e io ci siamo infilati sotto il telone di un camion carico di cassette vuote per andare a Chiavari dal tenente Natale, quello che in Liguria a settembre si era battuto come avvocato, nel tentativo di evitare la condanna a morte di un innocente accusato d’aver progettato l’esplosone della galleria di Capo Mele.

Il tenente ci ha detto: «L’avete fatta grossa. Da Aulla ho avuto l’ordine di arrestarvi per diserzione» e, accompagnandoci in carcere, ha aggiunto: «Niente paura, siete qui in attesa di accertamenti e io sono il vostro avvocato». L’ha detto con lo stesso tono di quando in Germania ci raccontava: «In Accademia ci facevano stare rigidi sull’attenti sotto la pioggia e il comandante ci diceva “Ragazzi, non piove. Ripetete con me: “Non piove”. Ripetetelo fino a quando la pioggia non vi darà più fastidio”».

Intanto passiamo la notte qui assieme ai traditori, ai renitenti alla leva e ai partigiani.

A giorno fatto, un drappello della Monterosa ci ha prelevati e portati al comando di piazza. Qui ci aspettavano un colonnello, altri ufficiali degli alpini, un maggiore della Wehrmacht e due delle SS. Da bravo avvocato, il tenente Natale, ha chiesto di interrogarmi perché, come telemetrista, sono pratico di carte topografiche. Su sua richiesta ho indicato il nostro percorso fra le bande partigiane, ho descritto le loro forze e il loro armamento. Hanno annotato tutto con scrupolosa attenzione, poi hanno voluto sapere di Teruzzi. Ho detto che senza di lui non saremmo qua a raccontarla. Saluto e dietro front alla tedesca.

In un ufficio vicino ci danno nuove uniformi col leone alato e la scritta sulle mostrine, il nastrino tricolore che significa «truppe combattenti sul fronte italiano», il cinturone germanico col «Gott mit uns», la P38, la Maschinenpistole e due bombe col manico a testa.

29 novembre. Ospiti in un albergo sul mare siamo in attesa di scortare un convoglio di rifornimenti destinati al fronte.

CARLO BIAMONTI A novembre troviamo fra Savona e Albisola un campo minato che scivola sulla strada ferrata e sulla via Aurelia, unica strada costiera di comunicazione. Questa frana è un pericolo per noi e per i rifornimenti diretti al fronte. Il mio sergente, comandante la squadra guastatori, cercando di rompere la frana, salta in aria. Saputo il fatto, corro sul posto, e la mia guerra finisce lì. Mi fu assegnata la croce di guerra al valor militare sul campo:

Sconvolto da un’esplosione un campo di mine scivolante progressivamente sulla via Aurelia con grande pericolo di tutti, raccolto ferito il sottufficiale del plotone che tentava la disattivazione di una mina, da solo si assumeva l’incarico di recuperare le altre e di disattivarle.



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