La scelta della guerra civile by Pierre Dardot

La scelta della guerra civile by Pierre Dardot

autore:Pierre Dardot [Dardot, Pierre]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Meltemi
pubblicato: 2023-12-01T10:10:55+00:00


Capitolo settimo

La falsa alternativa tra globalisti e nazionalisti

Gli esordi del neoliberalismo vengono spesso associati al Cile di Pinochet, alla Gran Bretagna della Thatcher e agli Stati Uniti di Reagan. Ma non era solo conquistando il potere nei diversi Stati nazionali che i neoliberali speravano di neutralizzare i loro avversari socialisti. A partire dagli anni Trenta e Quaranta, il progetto di organizzazione di un nuovo ordine economico mondiale è stato centrale nell’agenda neoliberale. L’obiettivo perseguito era sempre quello di sbarrare la strada alla pianificazione socialista e allo Stato sociale emergente, ma il nemico designato era più specificamente il “nazionalismo economico”, ossia la tendenza degli Stati a proteggere la loro economia nazionale, in particolare in risposta alle richieste di solidarietà sociale o di sviluppo industriale e agricolo autonomi. Questo tipo di nazionalismo autocentrato rischiava di provocare una “disintegrazione”324 dell’economia globale, che i neoliberali vedevano come una totalità interdipendente, basata su accordi istituzionali sovranazionali. Hanno dovuto però adattarsi alla proliferazione degli Stati nazionali nel XX secolo, iniziata dopo la Prima Guerra Mondiale e proseguita dopo la Seconda Guerra Mondiale con la decolonizzazione. Riconoscere la realtà politica delle nazioni, però, non significava ammettere la loro piena autonomia economica. Questa griglia di lettura dell’economia mondiale si basava sull’idea di “un doppio Stato, con un governo culturale e uno economico”325: da un lato, la politica come governo degli uomini (l’imperium) e, dall’altro, l’economia come gestione delle cose e della proprietà (il dominium). Secondo questa distinzione, gli Stati nazionali restavano responsabili del governo politico degli uomini, ma dovevano sottomettere la loro economia all’ordine economico mondiale, normato dalla divisione internazionale del lavoro e dalla libera concorrenza326. Ma quando le norme commerciali o bancarie, così come quelle tecniche, sanitarie o sociali, tendono a limitare la libertà della concorrenza, a ostacolare l’industria e a ridurre la competitività, allora il nazionalismo cambia valore e si legittima come mezzo per sfuggire alle norme di un ordine mondiale deviato che danneggia le imprese nazionali. Naturalmente, questo nazionalismo non ha nulla a che fare con lo sviluppismo latinoamericano o con il terzomondismo più o meno socialista di molti Paesi di recente indipendenza. È il nazionalismo dei potenti che intendono affrancarsi dalle regole comuni quando queste ultime violano i dogmi della libertà. Questo è il dilemma politico fondamentale che attraversa l’intera storia del neoliberalismo: la “società della libera concorrenza”, a seconda degli interessi e delle forze degli Stati in diversi momenti della storia, può essere promossa dalla via globalista o dalla via nazionalista. In questo senso, il protezionismo di Trump e la Brexit non sono esattamente quelle novità assolute presentate talvolta all’opinione pubblica.

7.1. L’arma dell’economia globale contro la solidarietà economica

Robbins, Hayek, Mises, Haberler, Heilperin e Röpke, che si incontrarono a partire dal 1935 presso l’Institut universitaire des hautes études internationales di Ginevra su invito di William Rappard, hanno elaborato piani per una federazione internazionale che affidasse a un governo sovranazionale il compito di stabilire il quadro comune di un’economia globale interdipendente, privando così gli Stati delle leve che consentivano loro di solidarizzare gli interessi economici nazionali.



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