La scuola in giallo by AA.VV

La scuola in giallo by AA.VV

autore:AA.VV.
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
Tags: Racconti
editore: Sellerio
pubblicato: 2014-11-04T23:00:00+00:00


Martedì 28 ottobre

Beppe si rassegnò a aprire gli occhi. Sapeva che per quanti sforzi avesse fatto, non sarebbe più riuscito a riaddormentarsi. Tuttavia era troppo presto per cominciare la giornata: le levatacce gli toglievano le energie e, soprattutto da quand’era in pensione, la prospettiva di ritrovarsi a ciondolare per casa fino all’ora di pranzo senza combinare niente lo convinse a restare a letto. Provò a concentrarsi sulla luce che filtrava a segmenti dalle tapparelle della camera, una soluzione che di solito riusciva a rilassarlo.

La sera precedente Mirella era rientrata molto tardi. Aveva mangiato qualcosa direttamente dal frigo, in piedi, pronunciando a stento qualche parola. Beppe conosceva bene quell’atteggiamento e sapeva che se le avesse fatto delle domande avrebbe solo aggravato la situazione. E poi a star zitti non si sbaglia mai... Mirella doveva sfogarsi, glielo si leggeva negli occhi arrossati e sulle labbra serrate, ma aveva deciso di farlo solo quando lui l’aveva raggiunta a letto, tenendolo sveglio per buona parte della notte. Gli aveva raccontato dei carabinieri a scuola, delle condizioni di Leo, a cui aveva fatto seguito una sfuriata contro l’atteggiamento di molti suoi colleghi, preoccupati soltanto delle ripercussioni negative sul buon nome della scuola: «L’unica realtà che li tocca è quella dell’open day di dicembre, quando la scuola si mette in vetrina per le famiglie dei futuri allievi!»...

Due puntini brillanti distrassero Beppe per un attimo: gli occhi di Sophia, che accoccolata sulla poltroncina d’angolo aspettava pazientemente la prima colazione, ma lui la ignorò. Pòer nun! Che razza di mondo, rifletté con un sospiro sconsolato: ragazzini fragili che giocano a fare i duri; atti di violenza gratuita – contro altri o contro se stessi – richiesti come rito di iniziazione; espulsione dal gruppo a vent’anni come se quell’età rappresentasse il limite invalicabile delle energie vitali e mentali...

Ripensando alle parole di Mirella sulla «realtà», gli tornarono alla mente tutte le volte che l’avevano deriso per il suo amore per la fantascienza, come se si trattasse di una comoda maniera di evadere dal mondo reale. Accuse stupide a cui aveva sempre risposto con una scrollata di spalle, perché le parole sarebbero state inutili, vacca bòia! Chi sarebbe tanto pazzo da voler vivere nei mondi creati da Farmer o da Philip Dick? Oppure nell’inferno cyberpunk? Mah, che andassero a scoà ’l mar! Ché invece erano proprio gli scrittori di fantascienza a dire le parole più chiare sull’agire umano: come il caro vecchio Asimov quando spiega che la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci...

Beppe si passò una mano sul volto. Al suo fianco Mirella dormiva come un macigno, la bocca socchiusa e i capelli sparsi a raggiera sul cuscino. Lasciamola dormire, si disse, tanto al martedì lei non aveva lezioni... Era contento che sua moglie fosse riuscita a convincere Jasmine a sporgere denuncia, ma al tempo stesso provava compassione per quella ragazzina: di sicuro i compagni di scuola si sarebbero affrettati a farle terra bruciata tutt’intorno, lasciandola sola. Merda. Era ora di alzarsi.

Uscì silenziosamente dalla camera da letto e andò a piazzarsi davanti al computer nello studiolo.



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