La stazione by Jacopo de Michelis

La stazione by Jacopo de Michelis

autore:Jacopo de Michelis [Michelis, Jacopo de]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
Tags: Fiction, Thrillers, Suspense, Action & Adventure, General
ISBN: 9788809941267
Google: Mi1VEAAAQBAJ
Amazon: B09NQ964D8
editore: Giunti
pubblicato: 2022-01-04T23:00:00+00:00


Riccardo guardò l’orologio sopra la porta della sala ufficiali: le 19:08. Erano passate già due ore e quell’imbecille di Schizzo non si era ancora fatto vivo. Dove diavolo era finito?

Pochi minuti prima aveva ricevuto una telefonata dal collega dell’Antidroga. Un cadavere che giaceva da alcuni giorni all’obitorio di Brindisi era stato identificato quella mattina come Artan Kerushi. «Attinto da quattro colpi di pistola calibro 7,65, uno dei quali alla nuca, probabilmente nell’ambito di un regolamento di conti legato al traffico di droga» recitava il verbale. In tasca gli avevano trovato il biglietto di una nave per Valona.

Voleva fuggire in Albania, si era detto Riccardo, ma i suoi fornitori l’avevano beccato prima. In pratica era stato lui ad ammazzarlo, eppure non riusciva a sentirsi in colpa. Nemmeno un po’. Quel viscido pezzo di merda se l’era andata a cercare.

Dunque Artan non c’entrava, il che da una parte era un sollievo ma dall’altra lasciava avvolte nel mistero le ragioni dell’assenza di Laura, che si protraeva ormai da quasi un giorno. Doveva assolutamente parlare con quel tossico che sosteneva di averla vista, e per questo aveva urgente bisogno di Schizzo.

Fanculo, pensò, vado a cercarlo.

Mentre usciva dalla Sezione, estrasse il telefonino e fu sul punto di comporre per l’ennesima volta il numero di Laura, poi rinunciò. Era inutile. Se mai avesse riattivato il cellulare, vedendo la sfilza di chiamate senza risposta gli avrebbe di sicuro ritelefonato lei.

Una volta fuori, in piazza Luigi di Savoia, scorse tra i passanti la sagoma claudicante del Generale. Dispiaciuto per come l’aveva trattato l’ultima volta, gli sorrise portandosi la mano tesa alla fronte, ma la reazione del vecchio barbone fu quella di incassare la testa nelle spalle con un’espressione spaurita. Appena accennò ad andare verso di lui per scusarsi, il Generale girò bruscamente sui tacchi e zoppicò via lanciandosi continue occhiate indietro. Doveva averlo proprio terrorizzato, pensò tra i sensi di colpa.

La calura aveva attirato una piccola folla di fronte al colorato chiosco addossato contro il fianco della stazione, proprio accanto all’imboccatura del sottopasso stradale. Non lo si sarebbe mai detto a prima vista, ma in quello scalcinato baracchino veniva prodotto uno dei migliori gelati artigianali della città.

Mezzanotte vi si accostò di lato, per evitare l’assembramento, e rivolse un cenno a uno dei due uomini all’interno. Alla vista dell’uniforme il gelataio storse il naso, però interruppe all’istante quello che stava facendo e gli si avvicinò.

«Dica, agente.»

«Ispettore» rettificò Mezzanotte. «Lo conosci Schizzo?»

«E chi non lo conosce?»

«Lo sto cercando. So che era qui nei paraggi un paio d’ore fa.»

«È un bravo ragazzo, ispettore. Si buca, è vero, ma non farebbe male a una mosca…»

«Devo solo parlargli, è importante» cercò di rassicurarlo Mezzanotte. «Lui non è nei guai, non gli succederà nulla.»

L’uomo annuì con scarsa convinzione, senza aprire bocca.

«Allora, mi dici se l’hai visto oppure devo chiamare l’Ufficio d’Igiene e suggerirgli di farvi un’ispezione coi controcazzi? Non dev’essere facile rispettare alla lettera tutte le norme sanitarie in un posto come questo.»

«Sì, era qui» si arrese il gelataio scrollando il capo. «Gli abbiamo offerto un cono pistacchio e vaniglia, se proprio ci tiene a saperlo.



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