La vita alla finestra by Andrés Neuman

La vita alla finestra by Andrés Neuman

autore:Andrés Neuman
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2020-05-21T12:00:00+00:00


Mia irraggiungibile Marina,

non riesco a capire cosa succede ai telefoni. È come se il tuo numero fosse la combinazione di una cassaforte in cui si nasconde il silenzio. Dopo la mia ultima mail, ti ho cercata a lungo. Volevo sapere se sei solo l’eco bianca che mi rimandano le mie lettere, o qualcosa di piú. In effetti, ieri sera, ci giurerei, sono riuscito per un momento a contattarti. Gli squilli del cellulare si sono interrotti e mi è sembrato che qualcuno rispondesse con una voce scomposta in frammenti. Io gridavo il tuo nome e il mio e ti chiedevo se mi sentivi, se stavo parlando proprio con te. La voce emetteva raffiche di suoni incomprensibili che andavano e venivano come interferenze metalliche. Ho continuato a urlare nel telefono anche dopo che la comunicazione si è interrotta.

Dove sei, Marina? È come se non fossi esistita. O eri già solo un personaggio dei ricordi, un miraggio che nomino per potergli parlare? Se ora fossi reale, quante cose potremmo raccontarci.

Questa non è altro che la mail di un naufrago. Vado a navigare per un po’, come si dice che facciano i marinai quando vogliono dimenticare.

Rileggo ciò che ho scritto e che alla fine ho preferito non spedire. Proprio un bel melodramma, sissignore. Mi è venuta la tentazione di cancellare tutto. In effetti, ho appena tagliato diversi paragrafi. In un primo momento, pensa un po’, ho cercato di eliminare tutto il brano. Ma, per errore, ho selezionato solo qualche riga. Dopo aver cancellato quella parte (che cominciava proprio dopo quante cose potremmo raccontarci…, e finiva appena prima di Questa non è altro che la mail…), stavo per cassare tutto il resto quando, di colpo, ho avuto la sensazione che fosse meglio non farlo. Cosí ho deciso di rispettare ciò che era rimasto. Ed è cosí che lo leggerai. Se lo leggi.

Ma che bel melodramma! Non prenderlo troppo sul serio. Era stata una giornata pesante. La mia casa, un manicomio. La strada, una trincea. Il bar di Xavi, un cimitero. Cosa potevo dirti? Non avrei dovuto scrivere niente in quello stato. Di fatto, ho lasciato passare qualche giorno prima di riprendere. E devo dire che le cose non sono andate per niente male.

Prima di tutto, i miei zii sono venuti a pranzo da noi. Considerando lo stato belligerante in cui ci troviamo, ho temuto il peggio. Invece, non appena lo zio Miguel e la zia Remedios sono entrati in casa, la situazione si è ribaltata: i nostri parenti erano venuti a trovarci e noi sembravamo un’altra famiglia, una famiglia estranea ingaggiata per un po’ o la copia di altri tempi. Seduti tutti insieme a tavola, eravamo irriconoscibili. Mio padre faceva commenti arguti, mia madre lo ascoltava con interesse e addirittura si concedeva qualche risata. La zia Remedios riusciva nell’impresa di raccontare barzellette sporche senza pronunciare una sola parolaccia, ma senti, luce dei miei occhi, vuoi stare zitta?, e lo zio Miguel, con le braccia rilassate sulla pancia, mi chiedeva delle mie compagne di corso. Solo Paula sembrava a disagio e non partecipava.



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