La vita sociale delle cose by Unknown

La vita sociale delle cose by Unknown

autore:Unknown
La lingua: eng
Format: epub
editore: Meltemi
pubblicato: 2021-09-08T08:59:23+00:00


Capitolo sesto

Merci sacre: la circolazione delle reliquie medievali*40

Patrick Geary

Una riflessione sulle reliquie sacre intese come merci durante il Medioevo sembrerebbe spingere all’estremo la definizione di merci quali “beni destinati alla circolazione e allo scambio”. È ragionevolmente possibile descrivere un corpo umano o una parte di esso come destinati alla circolazione? Si può davvero paragonare la produzione e la circolazione dei resti di santi a quelle dell’oro nell’Europa preistorica, del tessuto nella Francia prerivoluzionaria, o del qat nell’Africa nordorientale? Le differenze sono indubbiamente notevoli. Ciononostante, per quanto le reliquie fossero universalmente considerate fonti importanti di potere personale sovrannaturale, e costituissero il fondamento primario della devozione religiosa in tutta l’Europa dall’ottavo secolo, fino a tutto l’undicesimo secolo, si compravano e si vendevano, si rubavano o si spartivano, tanto quanto qualsiasi altra merce. Di conseguenza, il mondo delle reliquie può dimostrarsi un microcosmo ideale, anche se un po’ insolito, in cui analizzare la creazione, la valutazione e la circolazione delle merci nell’Europa tradizionale. Come gli schiavi, le reliquie appartengono a quella categoria di oggetti, inusuale per la società occidentale, che sono al contempo cose e persone (Kopytoff, capitolo secondo). Riflettere sulla produzione, lo scambio, la vendita e persino il furto delle reliquie sacre permette di comprendere meglio i parametri culturali del flusso di merci nella civiltà medievale.

“Civiltà medievale” è una designazione estremamente imprecisa che offusca, anziché chiarire, un’ampia varietà di tradizioni culturali e sociali distinte manifestatesi in tutta Europa nel corso di un millennio. Il periodo specifico che prenderò in esame si estende dall’età carolingia all’età post-carolingia, approssimativamente dal 750 al 1150 d.C., e la regione di mio interesse sarà a livello generale l’area occidentale latina, con una particolare attenzione per quelle zone che fecero parte dell’Impero carolingio.

L’analisi delle reliquie come merci richiede l’indagine di due insiemi di attività culturali. Prima di tutto, occorre esaminare il modo in cui si producevano e si facevano circolare in generale le merci all’interno di questa società, e in particolare il relativo significato e il valore attribuiti alle varie modalità di trasferimento: la vendita, lo scambio, il dono e il furto. In secondo luogo, è necessario considerare in che modo le reliquie erano inserite in questa cultura transazionale, vale a dire comprendere il contesto culturale in cui si spostavano.

6.1. Le merci nella società medievale

Un secolo fa i medievalisti ritenevano che la società emergente dell’Europa feudale si basasse su una “economia naturale”, in cui il baratto e i pagamenti in natura costituivano i normali mezzi di scambio. Stando a questa visione, l’Europa occidentale avrebbe cominciato gradualmente a sviluppare un’economia monetaria solamente con lo sviluppo delle città, aumentando la comunicazione a distanza, e con lo sviluppo del primo commercio italiano e successivamente nord-europeo, fenomeni ampiamente accreditati alle crociate cominciate nel 1095. Questa visione del commercio medievale era dovuta soprattutto alle ideologie del colonialismo del diciannovesimo secolo, piuttosto che alle chiare evidenze dell’economia e del commercio medievale in Occidente, e alla fine del secolo scorso gli storici economici davano risalto alle reali testimonianze che stavano a indicare i ruoli importanti del denaro, del conio e del commercio a partire dall’ottavo fino al dodicesimo secolo.



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