Lavoro by James Suzman

Lavoro by James Suzman

autore:James Suzman [Suzman, James]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2021-04-20T22:00:00+00:00


Il Medio Oriente neolitico.

Ma se la traiettoria della storia umana è stata influenzata in modo decisivo dalle società agricole con le colture a resa più alta, più produttive e più ricche di energia, come mai la vita in queste società era assai più faticosa di quella dei cacciatori-raccoglitori? Era questa una delle domande che assillavano il reverendo Thomas Robert Malthus che, insieme ad Adam Smith e a David Ricardo, fu uno dei pionieri più influenti dell’economia che all’epoca dell’Illuminismo cercavano di capire come mai la povertà fosse sopravvissuta ai progressi della produzione alimentare nell’Inghilterra del xvii secolo.

Thomas Robert Malthus soffriva di sindattilia. Questa condizione genetica si manifesta, tra le altre cose, nella fusione di alcune dita delle mani e dei piedi, ed è il motivo per cui i suoi studenti all’East India Company College, dove dal 1805 insegnò storia ed economia politica, avevano appioppato a Malthus il nomignolo Dita palmate. Ma il peggio doveva ancora venire: dopo la sua morte, avvenuta nel 1834, la sua opera di gran lunga più importante, il Saggio sul principio di popolazione, in cui aveva sostenuto che la sovrappopolazione avrebbe portato la società al collasso, sarebbe diventata, nell’arco di pochi decenni, oggetto di scherno, come esempio d’isteria apocalittica, e il suo nome sarebbe divenuto emblema di pessimismo senza fondamento.

La storia è stata ingiusta con Malthus, che non era un inguaribile pessimista come di solito è stato rappresentato. Anche se la sua tesi più celebre era sbagliata nei dettagli, il principio di fondo era corretto. Inoltre, le sue tesi sul rapporto tra produttività e crescita della popolazione descrivono in modo persuasivo come il passaggio all’agricoltura abbia ridefinito il rapporto tra la nostra specie e la scarsità, che è all’origine del cosiddetto «problema economico».

Il principale problema cui Malthus intendeva dare risposta era semplice: perché, dopo secoli di costante progresso della produttività agricola, la maggior parte delle persone continuava a lavorare duramente e a vivere nella povertà? Le risposte che egli proponeva erano due. La prima era di natura teologica: per Malthus il male esiste nel mondo non per creare disperazione, bensì «attività»: con ciò intendeva dire che era Dio, nel suo disegno, a volere che il suo gregge terreno non dovesse mai prosperare tanto da potersi permettere il lusso dell’inattività. La seconda risposta era invece demografica.

Malthus osservava che la produzione agricola cresceva sempre e solo «aritmeticamente», mentre la popolazione, che secondo i suoi calcoli (erronei) tendeva naturalmente a raddoppiare ogni venticinque anni, aveva una crescita «geometrica» o esponenziale. Il risultato di questo squilibrio era che, ogni volta che i progressi della produttività agricola accrescevano l’offerta totale di cibo, i contadini puntualmente iniziavano a sfornare più figli, quindi più bocche da sfamare, vanificando ben presto qualsiasi surplus di cibo pro capite. Per Malthus il vincolo insuperabile alla produzione di cibo era la terra, in quanto, notava, l’utilità marginale del lavoro aggiuntivo in agricoltura era fortemente decrescente: far lavorare dieci persone su un campo che fino allora era stato gestito senza difficoltà da una sola persona non



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.