Le Colonne d'Ercole by Sergio Frau

Le Colonne d'Ercole by Sergio Frau

autore:Sergio Frau
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: NurNeon
pubblicato: 2014-04-04T22:00:00+00:00


A quel punto - quando proprio su questo tema si è spiegato meglio - ha fatto capire che anche per lui - tutto sommato seguace (critico, ma anche innamorato) di Eratostene - i confini del mondo conosciuto erano diversi rispetto a quelli degli Antichi più antichi di lui, Strabone attacca duro.

La lunghezza? «Si tratta della distanza tra l'estremità dell'India (Gange compreso. Ndr) e l'estremità dell'Iberia».

La larghezza con cui confrontarla? «Quella che separa l'Etiopia (le terre sotto l'Egitto. Ndr) dal parallelo di Ierne (ovvero l'Irlanda. Ndr)».

E di seguito: «Dopo aver contato la suddetta larghezza dall'estremo confine dell'Etiopia fino al parallelo di Thule. Eratostene, estende la lunghezza (delle terre abitate, l'ecumene. Ndr) più di quanto serva, proprio al fine di darle più del doppio rispetto alla larghezza in questione. E così, dunque, pretende che la lunghezza dell'India fino al fiume Indo misuri almeno 16 mila stadi...». Poi Strabone iniziò a sezionare dettagli (che, comunque, sono agli Atti) su altre disinvolture o errori del Gran Bibliotecario e...

E a un certo punto: «Poi Eratostene aggiunge, alle distanze citate per la lunghezza, duemila stadi in più verso occidente e altrettanti verso oriente, al fine di salvare la teoria che vuole che la larghezza valga meno della metà della lunghezza».

Quasi nessuno, lì per lì, si rese conto che là dentro, proprio in quelle parole di Strabone appena riportate, fossero criptate le motivazioni principali che spinsero non solo Eratostene ad agire così, ma anche le Colonne, a Gibilterra.

Quelle strane regole incontrovertibili e vincolanti - «larghezza del mondo abitato = 3; lunghezza = 5» come ancora insegnava Aristotele ad Alessandro studente, a Tolomeo, a Seleuco tutti attenti nel Liceo bello e verde e fresco sotto un Olimpo tutto di cicale, erano ormai comandamenti: a metà tra saggezza popolare e geografia.

Regole vecchie come il mondo, certo, ma per un mondo ormai "vecchio" e molto molto più piccolo e meno conosciuto, e meno misurato di quello che ora - dopo i raid di Alessandro in Oriente - si aveva sott'occhio e in mano, misura per misura. Eratostene - al centro del Sapere antico - ormai lo teneva in pugno quel mondo nuovo.

Le riapplicò, Eratostene, quelle vecchie regole di Aristotele, riadattandole, a quel nuovo, vastissimo ecumène che si era appena creato e che lui voleva ritrarre ad ogni costo?

Certo, c'era tutta quell'India in più fatta conoscere da Alessandro smanioso alla conquista dell'Est... Era pure sparita la tenaglia Cartaginese verso Ovest... Le ricognizioni che aveva appena fatto Filone, fin giù, molto oltre Abu Simbel, avevano slargato le conoscenze persino nel Grande Sud. E quelle favole, poi, che cominciavano ad arrivare di un Nord che era vero Nord... Comunque da tener buone: se per caso servisse ancorare l'ecumène più a Nord della Palude Meotide, quella Thule appena materializzata dai resoconti del "fanfarone" Pythea poteva comunque venir buona... Quelle vecchie regole avrebbero funzionato ugualmente? E lui provò ad applicarle? Pare proprio di sì, magari aggiustandosele un po'...

Racconta Jacob ne L'empire des cartes: «Dall'epoca di Erodoto, gli eccessi della simmetria delle carte tonde sono criticati. Non è che con Democrito (V secolo a.



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