Le Mans la sfida del secolo: Ford, Ferrari e la battaglia per la gloria by A.J. Baime 2019

Le Mans la sfida del secolo: Ford, Ferrari e la battaglia per la gloria by A.J. Baime 2019

autore:A.J. Baime 2019
La lingua: ita
Format: epub
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2019-09-28T12:00:00+00:00


Una mattina di febbraio, quattro station wagon entrarono nel circuito di Daytona, seguite da due bisarche che trasportavano quattro Cobra e due Ford GT40. Nell’area dei box, dalla carovana uscirono quattordici piloti, dodici meccanici, tre specialisti di motori, due addetti alla logistica, un capo ingegnere e Carroll Shelby in persona, con gli stivali neri a punta e un cappello da cowboy. Erano tutti lindi e sbarbati, secondo gli ordini del capo: saranno anche stati una manica di ribelli, ma in quel momento rappresentavano Henry Ford II.

Erano i primi ad arrivare nel tempio americano della velocità e le tribune vuote avevano un che di inquietante. Miles tirò fuori una macchina fotografica con il teleobiettivo (LA FELICITÀ È UNA HOT ROD, recitava un adesivo appiccicato sopra)29 e scrutò le file di posti a sedere. Migliaia di persone li avrebbero presto riempiti, ma poche avevano sentito parlare di lui. Sentiva però di essere sulla soglia della notorietà.

La Daytona Continental era la gara più lunga d’America, duemila chilometri da coprire a giri di ovale, e aveva una caratteristica insolita per chi non proveniva dalla Formula Indy o dalle stock car: curve con un’inclinazione di trentuno gradi, così alte e ripide che era difficile salirci a piedi. In auto, sembrava di arrampicarsi sul lato di un grattacielo. I meno esperti staccavano il piede dall’acceleratore appena le imboccavano, perché sentivano l’alito della morte sul collo. Dopo averle affrontate per la prima volta, un pilota della Shelby American scese dalla macchina tremando di paura.30

Presto l’area dei box si riempì di meccanici e la pista di vetture. Il rombo inconfondibile di un V12 italiano annunciò l’arrivo del campione del mondo, John Surtees, a bordo di una nuova Ferrari: la 330 P2, dotata di motore centrale da quattro litri, con distribuzione bialbero.

Shelby chiamò Miles e gli presentò un tizio con il cappello da cowboy, dicendogli che era il suo compagno di squadra. L’inglese squadrò lo sconosciuto con diffidenza. Aveva i capelli castano scuro, le guance paffute e gli occhi spenti. Era un nuovo arrivo, un texano come Shelby, e si chiamava Lloyd Ruby. Miles aveva sentito parlare di lui: era un pilota di Formula Indy e un veterano di Indianapolis. Shelby intuì le riserve di Miles, che aveva lavorato come un matto per sviluppare la GT40 e non voleva lasciarla nelle mani di un mandriano. Non aveva tempo da perdere con chi non era veloce come lui, nel pensiero come al volante.

Ruby andò all’infermeria per sottoporsi ai controlli medici pre gara. Quando fu il suo turno, si presentò con un casco su cui era stampata una stella solitaria, tipo il distintivo di uno sceriffo. Era così lento nei movimenti che sembrava ubriaco. Appena entrò in pista, però, cambiò completamente. Affrontò a tavoletta le curve inclinate, sotto gli occhi allibiti degli uomini di Shelby. «Cristo santo!» esclamò uno di loro incredulo. Quel tizio sapeva il fatto suo.31

La mattina della gara, Shelby riunì i suoi. C’era anche Beebe, arrivato apposta da Dearborn. «Il nostro è un gioco di squadra», disse ai piloti.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.