Niki Lauda by Pino Casamassima

Niki Lauda by Pino Casamassima

autore:Pino Casamassima
La lingua: ita
Format: epub
editore: Cairo Publishing
pubblicato: 2019-07-17T16:00:00+00:00


7

La paura

Il drammatico Gran Premio di Germania era stato infine vinto da James Hunt, che con la sua McLaren aveva preceduto la Tyrell di Scheckter e l’altra McLaren di Mass. Dal suo letto di ospedale, pur devastato dal rogo, Niki lottava fra la vita e la morte con una caparbietà che configgeva con la prudenza dei medici che non se la sentivano di sciogliere una prognosi ancora riservata. Marlene non si era mossa per un istante da quel nosocomio da dove voleva riportarsi via suo marito, vivo. L’importante era che fosse vivo. L’avevano messa al corrente delle difficili condizioni di Niki, sottolineando come a destare le maggiori preoccupazioni fossero le esalazioni dei gas infuocati respirate a lungo, oltre alle ustioni, in particolare sul viso. Sapeva, Marlene, che Niki non sarebbe stato più lo stesso. Sapeva che i tratti delicati, quasi infantili del suo volto, sarebbero stati irrimediabilmente segnati dalle fiamme. Ci sarebbe voluta una lunga serie di interventi chirurgici per restituirgli un viso presentabile, ma questo non le importava. L’importante era che Niki tornasse a vivere, a camminare, a stare accanto a lei. Il resto, tutto il resto, non significava nulla. Da dietro i vetri di quella stanza asettica, Marlene era rimasta per ore con il viso alterato come la sua anima, che si ribellava a un destino quasi banale nella sua crudeltà. E quando avevano fatto uscire Niki dalla rianimazione, e l’avevano trasferito sul letto di un reparto «normale», lei s’era sentita autorizzata a sperare.

Non c’era giornale che non parlasse dell’incidente occorso al pilota della Rossa. Non uno che non parlasse di loro due, nella maggior parte dei casi inventando di sana pianta episodi e situazioni. Da un notiziario televisivo, Marlene seppe che la Formula 1 aveva deciso di abbandonare definitivamente «l’inferno verde». E pensare che Niki aveva scatenato una delle sue polemiche proprio contro quel circuito. Per evitare cioè che si corresse già da quell’edizione. Si poteva andare ad Hockenheim, per esempio. C’era voluto quel drammatico incidente di suo marito per porre fine alla follia. Le macchine attuali erano troppo pericolose per quel tracciato. E alla fine era successo quel che era successo. Il Nürburgring aveva fatto la storia della Formula 1, ma ora aveva fatto il suo tempo. Era surreale pensare di correre su una pista lunga oltre venti chilometri con l’impossibilità oggettiva di coprirla tutta a livello di sicurezza. A Marlene tornarono in mente quelle parole di Rindt – l’idolo di Niki schiantatosi sei anni prima a Monza in un incidente da cui già dal decennio successivo sarebbe uscito indenne1 – che suo marito le aveva riferito: «Sul Nürburgring è difficile correre ma è facile morire». E invece no. Niki ce l’avrebbe fatta. Avrebbe sorpassato anche la morte. E sarebbe rinato. Sarebbe tornato per prendersi quel che gli spettava. La sua vita. Per prendersi lei.

Da Franco Gozzi Marlene seppe anche che la Ferrari non avrebbe partecipato al Gran Premio d’Austria: oltre a Niki, anche Regazzoni non avrebbe potuto correre per via di una costola che si era incrinato durante una partita di tennis.



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