Pensa Se Non Ci Avessi Provato by Valentino Rossi

Pensa Se Non Ci Avessi Provato by Valentino Rossi

autore:Valentino Rossi [Rossi, Valentino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2005-10-14T22:00:00+00:00


«Sì, sì, tutti al bowling!» abbiamo urlato.

Ma era quello di Rimini. E noi eravamo a Tavullia.

Io, Pirro, Uccio e Nicola abbiamo deciso di prendere l’Ape. Io con Pirro, Uccio con Nicola. Due equipaggi terribili.

C’è stato un periodo, infatti, in cui quando uscivamo noi quattro, non tornavamo mai a casa senza aver combinato qualcosa, senza che ci fosse capitato qualcosa.

Magari incappavamo in cedimenti meccanici, come il grippaggio, oppure finivamo per restare senza benzina, o magari rompevamo l’Ape contro qualcosa, oppure ce lo sequestravano. Insomma, noi quattro, insieme, a casa non tornavamo mai.

Eravamo sicuramente i più pericolosi di tutta la banda, quando si trattava di andare in giro con l’Ape o i motorini.

Il viaggio di andata è trascorso in modo tutto sommato tranquillo: solo un paio di tamponamenti, qualche sporadica sportellata; così, in amicizia… Ma nel ritorno la situazione è cambiata.

«Adesso è gara!» fu annunciato.

«Va bene, gara!» La sfida veniva sempre accettata da qualcuno. Così ci ritrovammo io e Pirro contro Uccio e Nicola.

E questa volta, non saprei neanche dire il perché, abbiamo fatto veramente i matti.

Sempre a manetta, sportellate a ogni curva, zigzag tra le macchine. A un certo punto, giunti a un semaforo, sistemati sulla linea bianca, sembravamo alla partenza di un gran premio: noi ci guardavamo in segno di sfida, uno sguardo all’avversario e uno al semaforo, con le mani sul gas e sulla frizione. Neanche c’eravamo accorti che in mezzo a noi c’era un signore con la sua famiglia in una Lancia Dedra verde. Avevano tutti lo sguardo terrorizzato, e quando siamo partiti, al semaforo verde, sgommando e scomponendoci un po’, per loro dev’essere stata una grande liberazione!

Dopo un paio di incroci di traiettoria e una bella serie di sportellate, Uccio e Nicola mi hanno buttato fuori strada, verso sinistra. Non sarebbe stato niente, se la ruota non si fosse incastrata sotto il guardrail.

L’Ape era tutto inclinato, non riuscivamo più a uscire perché l’unica portiera che potevamo usare (l’altra era già fuori uso a causa di una precedente sportellata…) era quella ostruita dal guardrail. Eravamo sulla strada nazionale, bloccati. Uccio e Nicola avevano proseguito, ma quando non ci hanno visto arrivare si sono fermati e sono tornati indietro.

Noi eravamo ancora impegnati a sbloccare la portiera: «Tira qua, spingi lì».

Appena siamo riusciti a uscire dall’Ape e a ripartire, abbiamo immediatamente ricominciato la gara.

Ci siamo dati altre due sportellate e siamo arrivati in un bar, vicino a una stazione di servizio, a Riccione. Quello era il ritrovo prima di andare in discoteca. I ragazzi più grandi andavano lì a bere qualcosa e a cercare qualche biglietto-riduzione.

Subito dopo il nostro arrivo, abbiamo visto materializzarsi davanti a noi un’immagine tristemente nota: il lampeggiante acceso.

«Sono per noi» ha fatto in tempo a dire Pirro con tono arrendevole, mentre io guardavo avvicinarsi, inesorabili, le sagome dei carabinieri.

Eravamo in una zona molto ampia, che in quel momento era piena di ragazzi e ragazze. Stavano tutti godendosi lo spettacolo, quindi anche la nostra ennesima, sontuosa, figura di merda.

Non me lo dimenticherò mai, il modo in cui quei carabinieri sono scesi dalla macchina.



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