Senna. In viaggio con Ayrton by Leo Turrini

Senna. In viaggio con Ayrton by Leo Turrini

autore:Leo Turrini
La lingua: ita
Format: epub
editore: Imprimatur editore
pubblicato: 2014-03-11T16:00:00+00:00


La vendetta

Il 1990 sarebbe stato un anno indimenticabile. In giro per il mondo accaddero tante cose significative, ma qui io sto narrando di Senna e sinceramente credo che in quella stagione lui abbia espresso il meglio e il peggio di se stesso, scoprendo nel profondo dell’anima risorse speciali, presumibilmente non replicabili nel lungo termine, ma anche scivolando sulla china deprimente della slealtà.

Il suo fu uno sforzo titanico: dietro e dentro le prestazioni girava a tutta un motore alimentato da una benzina drogata. Il rancore, che trionfò spudoratamente nel momento supremo.

Ma andiamo con ordine.

Angelo Orsi mantenne la promessa. A marzo del 1990 Ayrton tagliava il traguardo dei trent’anni. Io, anche. Al fotografo di Bologna parve una buona idea sfruttare la concomitanza per favorire un incontro, una conversazione, un approccio. Allora, la Formula Uno ogni tanto parcheggiava i suoi Tir a Imola, per una serie di collaudi “privati”. Non c’era il Gran Premio dietro l’angolo, i piloti erano più rilassati, l’atmosfera facilitava i dialoghi off the record, materiale da non pubblicare mai.

E dunque mi preparai. Avrei colloquiato con Senna in una pausa dei test. Orsi svolse con impeccabile diplomazia la funzione di intermediario. Mi presentò al suo amico brasiliano evitando qualunque forma di ruffianeria. Spiegò che ero un ferrarista incallito, aggiunse che essendo appena arrivato Prost a Maranello chiaramente io mi identificavo nella sua causa, però ebbe la bontà, Angelo, di precisare che ero persona in buona fede, disposta ad ascoltare senza preconcetti.

Nell’arco della mia attività professionale, ho conosciuto tanti campioni. Alcuni in profondità, altri solo in superficie. Non mi sono mai illuso di poter violare la loro intimità. Anzi, nutrivo una schietta disistima per quei giornalisti, molti al servizio delle televisioni, che rinunciavano deliberatamente alla autonomia e alla indipendenza di giudizio, in cambio di una confidenza di Tizio o di uno sfogo di Caio. Non erano più comunicatori al servizio dei lettori o dei telespettatori: erano, smaccatamente, degli adulatori.

Inoltre, a frenarmi nel contatto diretto con un personaggio come Senna, provvedeva un ruvido insegnamento impartito da Enzo Ferrari a suo figlio Piero. Il Drake si era sempre raccomandato con l’erede: non ti affezionare mai a chi di mestiere guida una macchina da corsa, perché in caso di disgrazia ne soffriresti troppo, sul piano umano.

Ma voi che leggete queste righe, immagino nella stragrande maggioranza dei casi, uno come Senna non l’avete mai incontrato. E mi dispiace, perché vi manca una esperienza intensa, importante, libera, senza condizionamenti.

Ayrton era un mistico, forse l’ho già scritto da qualche parte. Ayrton aveva una visione della vita che lo rendeva atipico, insolito. Ad esempio, quando si soffermava, in pubblico, a descrivere la sua relazione con Dio (una volta a Suzuka raccontò di aver avuto una visione, Gesù gli era apparso dietro la visiera del casco), ecco, un estraneo poteva supporre di trovarsi al cospetto di un mitomane, di un tizio alla ricerca di una facile popolarità, di un individuo confuso, soggiogato dalla incapacità di vivere, fuori dagli autodromi, come una persona normale.

Non sto qui a discutere di trascendenza. Ognuno fa i conti con la coscienza che ha e stop.



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