L'elefante scomparso e altri racconti by Haruki Murakami

L'elefante scomparso e altri racconti by Haruki Murakami

autore:Haruki Murakami
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Einaudi
pubblicato: 1993-02-15T23:00:00+00:00


Il mondo del vento scatenato

1) La caduta dell'Impero Romano.

Domenica pomeriggio a un certo punto mi sono accorto che si era levato il vento. Alle due e sette minuti, per l'esattezza.

In quel momento, come al solito - cioè come tutte le domeniche pomeriggio - ero seduto al tavolo della cucina e scrivevo il diario della settimana ascoltando musica leggera. Dal lunedi al sabato infatti annoto brevemente gli avvenimenti della giornata, poi la domenica li redigo in un discorso ben strutturato.

Ero arrivato al martedì, quando mi sono accorto che fuori dalla finestra soffiava un vento tremendo.

Ho interrotto la stesura del diario, e, messo il cappuccio alla penna, sono andato sul balcone per ritirare la biancheria stesa. I panni sbattevano rumorosamente nell'aria come la coda strappata di una cometa.

Il vento si era rafforzato a poco a poco senza che vi facessi caso. Il mattino infatti - per l'esattezza alle dieci e diciotto minuti - quando avevo messo la biancheria a stendere sul balcone, non spirava un soffio d'aria. Su questo punto la mia memoria è salda come il coperchio di una fornace. Tanto che mi ero detto che in una giornata come quella non c'era bisogno di fermare la roba con le mollette.

Lo giuro, non c'era un alito di vento!

Dopo aver ritirato e piegato la biancheria, ho chiuso bene tutte le finestre dell'appartamento. A quel punto il rumore non si sentiva quasi più. Al di là dei vetri gli alberi - dei cedri dell'Himalaya e degli ippocastani - si torcevano silenziosamente, come cani presi da un insopportabile prurito, stralci di nuvole simili a spie dallo sguardo sospettoso attraversavano il cielo a grande velocità e sparivano, e sul balcone di fronte alcune camicie si attorcigliavano attorno al filo di plastica, aggrappate come bambini abbandonati.

Proprio un bel vento, mi sono detto.

Ho aperto il giornale e ho guardato la cartina delle previsioni del tempo, ma il simbolo del tifone non c'era, da nessuna parte. La probabilità che piovesse era dello 0%. A credere quel che c'era scritto, doveva essere una domenica pacifica come l'era più gloriosa dell'Impero Romano.

Dopo un sospiro al 30% della mia capacità, ho chiuso il giornale, ho sistemato la biancheria pulita nell'armadio, e mi sono fatto un caffè. Poi ho ripreso a scrivere il diario bevendo un sorso ogni tanto. La musica era la stessa di prima.

Giovedì sono andato a letto con la mia ragazza. A lei piace coprirsi gli occhi quando fa l'amore, infatti ha sempre con sé una di quelle mascherine di stoffa che si trovano nei pacchetti che distribuiscono in aereo per la notte. A me non è che la cosa faccia impazzire, ma lei è così carina con la sua mascherina sugli occhi che non posso davvero trovarci nulla da ridire. In fin dei conti tutti hanno il loro piccolo lato strano.

Nella pagina di giovedì ho fatto dunque un resoconto approssimativo del nostro incontro. Nella stesura del diario mi attengo all'80% di fatti, 20% di commenti, è una mia regola.

Venerdì in una libreria di Ginza ho incontrato un vecchio amico.



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