Let it snow: Innamorarsi sotto la neve by John Green & Maureen Johnson & Lauren Myracle

Let it snow: Innamorarsi sotto la neve by John Green & Maureen Johnson & Lauren Myracle

autore:John Green & Maureen Johnson & Lauren Myracle [Green, John]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2015-11-11T23:00:00+00:00


Capitolo 9

Il Duca e JP marciavano di gran lena, non correvano, ma di certo camminavano spediti. Avevo i piedi congelati e mi ero stancato portando il Duca in spalla, perciò non tenevo il loro passo, e il vento implacabile faceva sì che io potessi sentire quello che si dicevano ma che a loro non arrivasse niente di quello che dicevo io. Il Duca stava dicendo (di nuovo) che fare la cheerleader non era uno sport, e per tutta risposta JP le ha puntato un dito contro scuotendo la testa con disapprovazione e le ha detto: «Non voglio sentire un'altra parola negativa sulle cheerleader. Se non fosse per le cheerleader, chi ci direbbe quando e come gioire durante gli eventi sportivi? Se non fosse per le cheerleader, come farebbero le belle ragazze americane a fare quell'esercizio così fondamentale per una vita sana?».

Ho accelerato per raggiungerli e poter dire la mia. «E poi, senza cheerleader che fine farebbe l'industria delle minigonne di poliestere?» Parlare mi ha fatto sentire meno la fatica del cammino e la forza del vento.

«Esatto» ha detto JP, strofinandosi il naso contro la manica della tuta di mio padre. «Per non parlare dell'industria del pompon. Hai idea di quante persone in tutto il mondo siano impiegate nella produzione, distribuzione e vendita dei pompon?»

«Venti?» ha proposto il Duca.

«Migliaia!» ha ribattuto JP. «Ci saranno milioni di pompon al mondo, attaccati a milioni di cheerleader! E se è sbagliato volere che tutti quei milioni di cheerleader sfreghino i loro milioni di pompon contro il mio petto nudo, be', io voglio essere sbagliato. Io voglio essere sbagliato, Duca.»

«Sei un pagliaccio» ha commentato lei. «E un genio.»

Sono inciampato ancora nella neve, dietro di loro, ma ho continuato a camminare, io che non ero un pagliaccio e neanche un genio. Mi divertiva sempre tanto vedere JP fare sfoggio della sua ironia e il Duca dargli corda. Ci abbiamo messo un quarto d'ora a tornare da Carla facendo una strada alternativa per evitare la Sunrise (e, con un po' di fortuna, i gemelli). Mi sono infilato dentro dal portabagagli, ho afferrato il Twister, abbiamo scavalcato una rete metallica e siamo passati da un cortile privato, diretti a ovest. Abbiamo immaginato che i gemelli avessero preso la strada che avevamo fatto noi all'andata. Era più veloce, ma dato che non avevamo visto il Twister in mano a Timmy e neanche a Tommy, anche se arrivavano prima di noi non era un problema.

Abbiamo camminato a lungo in silenzio tra case di legno buie. Io mi tenevo il Twister sopra la testa per evitare che la neve mi finisse in faccia. Su un lato della strada era arrivata alle maniglie delle porte. Ho riflettuto su quanto la neve sia capace di cambiare i posti. Avevo sempre vissuto lì. Avevo camminato o guidato lungo quelle vie migliaia di volte. Mi ricordavo la moria che aveva fatto fuori tutti gli alberi e di quando ne avevano piantati di nuovi. E oltre gli steccati ho visto la zona del Corso, che conoscevo



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