Liberalismo by Michael Freeden

Liberalismo by Michael Freeden

autore:Michael Freeden [Freeden, Michael]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biblioteca liberale
editore: Rubbettino Editore
pubblicato: 2023-10-04T10:31:57+00:00


C’è un deficit liberale nella democrazia?

Il liberalismo ha mostrato la sua capacità di reinventarsi di volta in volta, ma la ricchezza e la varietà delle tradizioni racchiuse sotto il nome liberalismo sono spesso compromesse. Il potenziale di quella ricchezza è ancora lì, ma la sua concettualizzazione e la sua implementazione sono tutt’altro che ottimali. Gran parte del primo strato è stato assimilato nel termine liberaldemocrazia, ma alla fine il prefisso liberale è svanito. Le pratiche democratiche sono in gran parte considerate egualitarie, partecipative e inclusive e fanno parte del bagaglio costituzionale di molti Stati. Ma dare una voce a tutte le persone non garantisce necessariamente che questa sia una voce liberale, e dobbiamo ancora assistere a una rivoluzione liberale su vasta scala, dalla Rivoluzione francese passando per quella bolscevica, per non parlare degli sconvolgimenti minori come le varie cosiddette «primavere arabe». In Europa, nella seconda metà del Ventesimo secolo, ci furono forti richieste di democratizzazione, ma non per abbracciare il liberalismo; ossia, gli slogan parlavano di un’Europa democratica, non liberale. Anche gli attuali appelli si focalizzano sui diritti umani fondamentali del primo strato liberale riguardanti la vita, la libertà e la dignità, spesso a scapito dei diritti sociali e culturali. Il problema non è solo il pericolo che i diritti fondamentali vengano scambiati per un liberalismo maturo ma che essi, nella retorica politica, abbiano finito per essere completamente dissociati dal liberalismo. Così, abbiamo ascoltato l’irritante espressione «liberalismo muscolare»[8] pronunciata da conservatori che desiderano imporre determinate libertà e pratiche costituzionali ad alcune società non «occidentali», ma mostrano poco interesse per il terzo e il quarto strato del liberalismo.

Oltre a ciò, la frequente riduzione del liberalismo ai diritti e alle pratiche costituzionali fondamentali non è del tutto sorprendente. Il terzo strato, con la sua enfasi personalistica sull’autosviluppo, si è scontrato con numerose prospettive culturali ed epistemologiche secondo le quali il contesto sociale è la forza trainante del comportamento umano. Ad esempio, è diventato teoricamente obsoleto tra quei poststrutturalisti e postmarxisti che spiegano la vita sociale come un qualcosa che fa parte delle pratiche discorsive egemoniche, ossia del modo in cui le forme dominanti del linguaggio politico e sociale controllano il pensiero e il comportamento umano. In tali teorie l’impegno dei liberali per il primato dell’agire individuale viene messo da parte. Inoltre, man mano che crescono visioni globali, le aspirazioni del terzo strato sono ritenute un lusso irraggiungibile per la maggior parte delle persone su questo pianeta a cui mancano diritti fondamentali come quelli relativi a un’alimentazione adeguata, a un alloggio e alla protezione dalla violenza. Perciò questo strato del liberalismo parla a pochissime persone.

L’antiquato e ottimistico assunto del quarto strato, quello della regolamentazione benevola e dell’armonia sociale, svanisce a un esame più attento, poiché le società mostrano una crescente frammentazione unita alla sorveglianza legale dei loro membri: dagli autovelox, al monitoraggio dei modelli di consumo su Internet, all’etichettatura elettronica. Anche le teorie dell’evoluzione sociale benigna sono passate di moda, mentre i costi per portare assistenza e benessere a tutti si sono rivelati



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