L'Orda by Marie Favereau

L'Orda by Marie Favereau

autore:Marie Favereau [Favereau, Marie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-10-02T12:00:00+00:00


La guerra civile jöchide.

Il successo commerciale e politico dei Jöchidi alla fine del XIII secolo fu innegabile e radicale, e l’impatto dell’Orda in Europa e nel Mediterraneo testimonia la capacità da parte di Möngke-Temür e dei suoi sodali di costruire un impero. Ma la crescita ebbe un costo. I vantaggi enormi dell’insediamento e delle attività commerciali non furono distribuiti in modo uniforme, e la nuova ricchezza produsse nuovi centri di potere all’interno dell’Orda, che alimentarono la concorrenza interna e infine la guerra civile.

Uno dei centri di potere emergenti fu l’orda di Orda, che trasse vantaggio dalle politiche commerciali. Le rotte mercantili terrestri erano un settore di concorrenza fondamentale tra le stirpi mongole piú influenti: i Jöchidi dominavano le rotte settentrionali sull’asse est-ovest, che attraversavano i territori ordaidi, e i Toluidi quelle meridionali, che tagliavano il territorio ilkhanide. Consapevole di tutto questo, Möngke-Temür tentò di favorire i legami settentrionali a spese di quelli meridionali persuadendo gli uomini d’affari stranieri che la rotta dell’Orda era piú rapida e sicura di quella degli Ilkhanidi. Seguendo la rotta ordaide, nota come Via Siberiana, i mercanti potevano anche evitare il territorio di Qaidu, il percorso piú breve dallo snodo commerciale di Hormuz, sul Golfo Persico, alla capitale cinese Zhongdu. Ma i dissidi continui tra Qaidu e Qubilai e le tensioni frequenti con i Chagataici assoggettati rendevano la rotta insicura.

In simili circostanze, gli Ordaidi riuscirono a sfruttare appieno la loro posizione dominante nel commercio di pellicce nell’estremo Nord. La Via Siberiana collegava i territori dei Baschiri a Qaraqorum e alla Cina settentrionale, terminali ideali per il commercio delle pellicce. Non furono solo i mercanti a prosperare. Lungo la rotta, l’Orda istituí stazioni di raccolta e consegna in cui le carovane sostavano e concludevano accordi, con un evidente vantaggio per gli abitanti del posto. Il qa’an riscuoteva tariffe dalle carovane che attraversavano la pianura siberiana31.

Incoraggiato dall’economia fiorente, il leader degli Ordaidi, Qonichi, divenne una figura di maggior spicco nella politica mongola32. Qonichi aveva il proprio kesig, che governava il popolo, organizzava gli approvvigionamenti, vigilava sulla corte, regolava i mercati e riscuoteva le imposte. Ma non sfidò il qa’an. Come i suoi predecessori ordaidi, Qonichi seguí le orme dei Batuidi nella politica estera. Tuttavia, intorno al 1282, l’equilibrio del potere interno all’Orda mutò drasticamente a causa della morte improvvisa di Möngke-Temür. In assenza dell’amato «cavallo forte», i due signori batuidi Qonichi e Nogai scorsero un’opportunità per consolidare il proprio potere. Poiché non erano Batuidi, nessuno dei due poteva ottenere il consenso dei beg e diventare qa’an, ma potevano tentare di installare un qa’an fantoccio che non avrebbe intralciato i loro piani. Su consiglio di Nogai, i Jöchidi insediarono sul trono il fratello di Möngke-Temür, Töde-Möngke, un uomo di alto rango ma di scarsa statura politica, che non mostrava alcun interesse verso l’idea di governare33.

Sotto Möngke-Temür, l’Orda aveva mantenuto un equilibrio scrupoloso tra Qaidu e Qubilai e relazioni gelide ma per lo piú pacifiche con gli Ilkhanidi. Qonichi capovolse questa grande strategia, ritenendo di poter ottenere di piú da un legame con Qubilai e i Toluidi che dall’appoggio a Qaidu.



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