Love. Come cuori lontani by L.A. Casey

Love. Come cuori lontani by L.A. Casey

autore:L.A. Casey [Casey, L.A.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Slather Brothers - vol. 3.5
ISBN: 9788854194427
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2016-07-20T16:00:00+00:00


Capitolo sei

«Santa Maria, madre di Dio, sto morendo!».

Sorrisi mentre mescolavo due cucchiaini di zucchero nelle tazze da tè con fregi natalizi. Appena finito, misi la posata nel lavandino e mi cadde l’occhio su una confezione di analgesici che Kane aveva lasciato sul ripiano della cucina prima di andare a letto questa mattina, quando Bronagh e Alannah si erano svegliate lamentandosi per il dolore.

Presi le due tazze per il manico e uscii dalla cucina per andare in salotto. Scossi il capo in direzione di Bronagh e Alannah, entrambe immobili sul divano-letto, sotto la coperta.

«Ho portato del tè», annunciai a bassa voce.

Le due ragazze grugnirono.

Posai le tazze sul tavolino da caffè, senza dire altro. Tornai in cucina e controllai la cottura della colazione che avevo messo sul fuoco. Uova strapazzate, würstel, pancetta, pudding e frittelle di patate erano cotti e pronti da servire.

Spensi i fornelli, impiattai due porzioni per le ragazze e misi un coperchio sul cibo che avanzava per Kane quando si sarebbe svegliato. Portai i piatti in salotto e rimasi sulla porta per alcuni secondi. Sorrisi tra me appena sentii le due ragazze annusare l’aria.

«Ce la fate a mangiare?», domandai.

Bronagh sollevò la testa dalla coperta. «Ho vomitato quattro volte da quando mi sono svegliata, dovrei riuscire a mettere qualcosa nello stomaco, adesso».

Mi avvicinai a lei e aspettai che si tirasse su per mettersi seduta, poi le sistemai i cuscini dietro la schiena prima di porgerle il piatto che l’avrebbe curata dalla sbronza.

«Alannah?».

Fece un lamento roco da sotto la coperta e si tirò su a sedere, come l’amica. Andai dall’altra parte del divano-letto per avvicinarmi a lei e porgerle il piatto, sorridendo appena la vidi leccarsi le labbra.

Sistemai alcune decorazioni sull’albero di Natale, poi tornai a guardare Alannah e mi accigliai.

«Stai bene?».

Scosse leggermente la testa e fece una smorfia, come se il movimento le avesse procurato dolore.

«No, la mia testa pulsa come un martello pneumatico».

Tornai in cucina e presi la confezione di antidolorifici dal ripiano, tornai da lei e gliela porsi.

Mosse le spalle tirando un sospiro di sollievo, poi mi rivolse un sorriso carico di sofferenza e prese la confezione.

Ridacchiai. «Starai bene, tra poche ore».

Tirò fuori due pastiglie dal blister, le mise in bocca, prese la tazza di tè e ne bevve due sorsi prima di mandarle giù.

«Hmm», mugugnò. «Buono il tuo tè, Ado. Veramente ottimo».

Mi si gonfiò il petto dalla soddisfazione. Era praticamente il miglior complimento che un irlandese potesse ricevere.

«Grazie», risposi sorridendo compiaciuta.

Bronagh fece esattamente come Alannah: inghiottì le pastiglie di analgesico insieme al tè e mugugnò dal piacere quando la bevanda le passò dalla gola allo stomaco.

«Ha ragione, è anche meglio di quello di Ryder, e Branna gli ha insegnato a farlo molto bene».

Mi sentivo alquanto soddisfatta di me stessa mentre ero seduta al posto preferito di Kane e guardavo le ragazze fare colazione.

«Mi sento così imbarazzata per la scorsa notte», mormorò Alannah prima di mandare giù un boccone di pancetta.

Sorrisi. «Eri ubriaca».

«Eravamo ubriache fradice», la corresse Bronagh. «Non ricordo neanche cosa abbiamo combinato. Poco importa quello che aveva detto il cameriere, non erano soltanto cocktail alla frutta».



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