L’UTILITÀ DELLA STORIA by Piero Bevilacqua

L’UTILITÀ DELLA STORIA by Piero Bevilacqua

autore:Piero Bevilacqua
La lingua: ita
Format: epub
editore: DONZELLI EDITORE


2. Il territorio: un libro aperto.

Bisognerà allora inserire anche la storia locale nei già densi programmi scolastici? E quale coerenza c’è tra tale perorazione e l’invocata necessità di una «nuova economia della memoria storica»? Non tenterò di sottrarmi al problema. E intanto dichiaro subito la mia opposizione più ferma a una eventuale moda delle storie locali che sostituiscano la vecchia storia generale. Una tale scelta costituirebbe una forma di limitazione grave nella formazione culturale dei ragazzi. D’altra parte i limiti orari in cui si dibattono gli insegnanti sono notoriamente invalicabili. Ebbene, io credo che, con l’aiuto di supporti didattici specifici, gli insegnanti potrebbero di tanto in tanto cogliere l’occasione di mostrare le intersezioni locali della storia generale, ravvicinare i problemi o i processi della «grande storia» alle sue formulazioni territorialmente delimitate. La storia-problema potrebbe fornire varie occasioni per mostrare le declinazioni particolari in cui si sono svolti i grandi processi di trasformazione delle diverse epoche. E ciò appare potenzialmente agevole tanto agli insegnanti che operano in Italia che a quelli che lavorano nel resto d’Europa: a Lubecca come a Barcellona.

Ma la necessità di rispondere a una simile esigenza di reimpostazione dell’insegnamento della storia, certamente difficile da mettere in pratica, può spingere a trovare soluzioni di insegnamento non solo inedite, ma forse anche di non comune efficacia formativa.

Io credo infatti che noi tutti abbiamo davanti agli occhi un grande testo di storia che non riusciamo a leggere o che comprendiamo solo in parte e confusamente. È il grande libro del territorio: lo scenario della nostra vita quotidiana in cui sono inscritti i segni del lavoro e dell’opera di modificazione prodotta dalle generazioni che ci hanno preceduto. È in questo spazio che la storia universale ha conosciuto e conosce le sue declinazioni particolari ed è qui che gli insegnanti dovrebbero essere in grado di mostrare il dipanarsi materiale del processo storico. Ma il territorio è anche il luogo in cui la storia può prendersi le sue rivincite sulla memoria, andare oltre il suo semplice ricordare. Gli uomini infatti tendono a dimenticarsi della natura trasformata. Vivendoci dentro, usandola quotidianamente, essi non la vedono più come un processo del passato, ma come un oggetto del presente, come una cosa. Ha notato acutamente Lucio Gambi, il nostro maggiore geografo, che i reticolati della centuriatio romana, lungo la via Emilia, nel cuore della Valle padana, erano stati dimenticati dalla popolazione. Numerose generazioni li hanno utilizzati per secoli, insediandosi al loro interno, ma senza serbare memoria del fatto che le geometrie dei loro campi e le linee delle loro strade erano state tracciate dagli agrimensori e dai coloni dell’antica Roma. E, d’altra parte, quale cittadino di tante città d’Europa rammenta che l’ubicazione e il disegno del centro in cui vive, i maggiori assi viari che attraversa, ricalcano così spesso il tracciato operato dagli «ingegneri» romani un paio di millenni fa?

Si tratta, ovviamente, di considerazioni che hanno un valore più generale. Le zone rurali dell’Europa, con le loro diverse forme di campo e di piantagioni, disegni del territorio,



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