Marco Polo by Maria Bellonci

Marco Polo by Maria Bellonci

autore:Maria Bellonci [Bellonci, Maria]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
Tags: Biography & Autobiography, Historical
ISBN: 9788817117630
Google: 6Pu_AAAACAAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2007-11-14T23:00:00+00:00


Certo, ora, passati più di vent’anni, capisco che non mi guardavo con occhio giudicante. Non avevo avuto tempo di accorgermi che ero in una posizione di privilegio in parte dovuta alle opere avvedute e leali di mio padre e di mio zio, e in parte dovuta alla buona stella. Forse ero arrivato in un momento di noia imperiale, forse il Gran Kan aveva gradito che la mia età mi avvicinasse a suo figlio Chinkin che pareva incline a prediligermi; o la nativa abilità della mia memoria lo aveva colpito e incapricciato.

Intanto Chen Pao mi vestiva; e finalmente quella mattina ebbi anch’io un abito da gentiluomo cacciatore; una tunica di seta pesante, una mantella di lana corta e un corpetto ricamato e trapunto allacciato sulla schiena con un incrocio di stringhe. Questo corpetto di pelle morbida e ben attillato, mi fasciava il petto senza comprimermi e mi dava forza contenuta e piena possibilità di slancio.

Mio padre e mio zio comparvero nelle loro vesti di grandi dignitari veneziani con le cinture regalate loro dal Gran Kan. Mentre li guardavo, e orgogliosamente ridevo pensando alle teste meschine dei nostri parenti di Venezia, la tenda si alzò e una guardia di Kublai apparve sulla soglia e mi annunciò che ero aspettato.

– Comincia la caccia? – domandai.

Ma non era per la caccia. La guardia mi precisò che dovevo presentarmi al Consiglio. Andai subito: ebbi cura di togliermi le scarpe e di non toccare col piede la soglia, e m’inginocchiai nella luce diffusa dalle bianche tende di seta tirate su telai di bambù.

C’era gente allineata su cuscini a semicerchio davanti a Kublai che occupava il suo posto sull’alto trono; ad un grado più basso stava Chinkin, e ancora più in basso il Lama Phags-Pa, il generale mongolo Argan, e il generale arabo Nasreddin. In me si produceva come una scissione; provavo un lieve tremito nervoso come se il mio corpo avvertisse una corrente ostile; ma nello stesso tempo una calma vivace e immaginosa, un flusso stimolante come la vita stessa mi tenevano sveglio e attento.

– Tu che hai visto le città dell’Afganistan, sapresti dirmi come sono situate?

Risposi subito evocandole: fortificate, costruite per lo più a sovrastare il passaggio delle anguste gole montane. Fortezze naturali facili da difendere e quasi imprendibili.

L’interrogatorio passò ad Argan e gli vidi per un momento la faccia arrogante di frate Eupilio quando, prima dell’interrogazione scolastica, stringeva nella mano la bacchettina di frassino.

– Hai detto di aver vissuto un anno nel Badakhshan; parlane.

Dissi quello che sapevo; erano maomettani, il paese si percorreva in dodici giorni di viaggio, fra coltivazioni di pianura a grano e ad orzo. Nelle montagne si trovavano miniere di rubini e gran quantità d’argento e rame. Aggiunsi che per raggiungere le montagne ci volevano tre giorni e per scalarle altri tre giorni, ma quando si era in cima si aprivano allo sguardo grandi altipiani con ricchi pascoli; cavalli e pecore si nutrivano di quel verde.

Venne la volta dell’arabo Nasreddin. Costui faceva proprio domande da maestro puntiglioso; e qui mi parve di scorgere dietro la sua testa frate Demetrio che serrava la bocca storta e sottile.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.