Martini Shot e altri racconti by George Pelecanos

autore:George Pelecanos [Pelecanos, George]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa, Mistero & Poliziesco
ISBN: 9788893903424
editore: SEM
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

La morte negli occhi

Tutto questo lo scriverò, un giorno. Ma non sono ancora capace di scrivere bene in inglese, quindi per il momento mi limiterò a pensare a voce alta.

La notte scorsa ho fatto un sogno.

Ero un ragazzo ed ero al villaggio. C’erano anche gli amici e i parenti del chorio, in giro per la piazza. Mio padre stava legando a un palo un agnello, che faceva dei versi, quasi gridava, gli occhi pieni di spavento. Mi tendeva il coltello a serramanico italiano, quello che mi aveva regalato poco prima della mia partenza. Io tagliavo la gola all’agnello, da parte a parte, e il suo sangue caldo mi inondava le mani.

Una volta mia madre mi ha detto: «Quando sogni qualcosa, c’è sempre una ragione».

Non sono più un ragazzo ormai. Ho ventotto anni. Siamo nel 1933, agli inizi di giugno. Oggi la temperatura è arrivata a trentadue gradi e ho letto sul “Tribune” che qualche anziano è morto per il caldo.

Lasciate che vi descriva la situazione, così potete farvi un’idea di come me la passo. Sto in un monolocale, che ho preso in affitto da una vecchia signora, con un letto ribaltabile, un tavolo, un refrigeratore e un fornello. Ho anche una radio, l’ho pagata un dollaro e novantanove. Lavo i vestiti in un catino e poi stendo la roúcha su una corda tesa attraverso la stanza. In questo momento c’è parecchia roba stesa: pantaloni, camicia da lavoro, vrakia e calzini. Sono seduto al tavolo, in mutande, fumo una Fatima e bevo una birra Abner Drury. Mi guardo le mani. Sotto le unghie c’è ancora del sangue. Mi sono lavato molto bene, ma era dura farlo sparire tutto.

Sono le cinque, cinque e mezzo di mattina. Per capire come sono arrivato qui, dobbiamo fare un passo indietro.

Quanti anni sono trascorsi? Quattro? Sul viaggio in nave non c’è niente da dire, per cui lo salto. Parto dal mio arrivo in America.

Una volta sbarcato a Ellis Island, andai dritto a Washington da mia cugina Toula e da suo marito Aris. Aris aveva un banchetto di frutta tra Pennsylvania Avenue e la Diciassettesima. Il padre di Toula doveva a mio padre dei lefta dai tempi del villaggio, quindi avevamo trovato un accordo. Finché non ero capace di cavarmela da solo, potevo stare da loro. Aris non era contento, ma a me non fregava niente che lui era contento o no. Il padre di Toula doveva pagare il suo debito.

Toula e Aris abitavano a Chinatown. Non era solo per cinesi, il quartiere. Ci vivevano anche italiani, irlandesi, polacchi e greci. Erano tutti poveri, a parte i criminali. I cinesi controllavano il gioco d’azzardo, le puttane e l’oppio, e trattavano tutti gli affari nei retrobottega delle lavanderie o nei ristoranti. I gialli non davano fastidio a nessuno, finché nessuno dava fastidio a loro.

L’appartamento di Toula era in un edificio affacciato sulla H Street. Dovevi salire tre piani di scale per arrivarci, ma non era un problema. Il lattaio se li faceva tutti i giorni, e anche il vecchio ebreo che ritirava i soldi dell’affitto ci riusciva, quindi ce la potevo fare anch’io.

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