Marx Weber Schmitt by Karl Löwith

Marx Weber Schmitt by Karl Löwith

autore:Karl Löwith [Löwith, Karl]
La lingua: spa
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


namente, l’insufficienza e la contraddizione non sono soltanto in voi, bensì ne\V essenza e nella categoria dell’emancipazione politica stessa. Se voi rimanete irretiti in questa categoria, condividete un irretimento generale. Come lo Stato evangeliz¬ za quando, seppure Stato, assume un atteggiamento cristiano verso gli Ebrei, così l’Ebreo fa della politica quando, seppure Ebreo, rivendica diritti civili» ( W., 1/1, p. 591). Marx conclude rivelando la stessa incompletezza dell’e- mancipazione nel limite interno dei diritti dell’uomo francesi (ed americani). Anche in questo caso risulta che i «droits de Phomme» non erano diritti dell’womo, ma privilegi borghesi, poiché questo «homme» storicamente determinato era, in quanto citoyen, distinto da se stesso in quanto bourgeois. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo presupponeva de facto l’uomo in quanto bourgeois, il privato come uomo vero e proprio. «Nessuno dei cosiddetti diritti dell’uomo va al di là del¬ l’uomo egoistico, al di là dell’uomo membro della società bor¬ ghese, cioè individuo ripiegato su se stesso, sul suo interesse privato e sul suo arbitrio privato, e isolato dalla comunità. Essi sono tanto lontani dal concepire l’uomo come un essere collettivo, da ridurre piuttosto la vita collettiva stessa, la so¬ cietà, ad una cornice esteriore agli individui, ad una restrizio¬ ne della loro originaria autonomia. L’unico vincolo che li tie¬ ne congiunti è dato dalla necessità naturale, dal bisogno e dal¬ l’interesse privato, dalla conservazione della loro proprietà e dalla loro persona egoistica [...]» ( W., 1/1, p. 595). L’emancipazione veramente umana deve essere quindi an¬ cora compiuta. «L’emancipazione politica riduce l’uomo da un lato a membro della società borghese, ad individuo indipendente ed egoistico, dall’altro a cittadino dello Stato [...]. Solo quando l’uomo reale individuale riprende in sé la qualità astratta del cittadino e, pur rimanendo uomo individuale, è divenuto nella sua vita empirica, nel suo lavoro e nei suoi rapporti individuali un essere collettivo, solo quando l’uomo ha riconosciuto e or¬ ganizzato le sue «forces propres» come forze sociali, e quindi non separa più da sé la forza sociale sotto forma di forza po¬ litica, soltanto allora si sarà compiuta l’emancipazione uma¬ na» (W.y 1/1, p. 599). 77

La libertà alla quale, secondo l’idea marxiana, l’uomo de¬ ve essere emancipato non è perciò la libertà nel senso della filosofia hegeliana dello Stato, ossia una libertà della massima comunità in antitesi alla libertà apparente dell’«individuo iso¬ lato». E dal momento che l’uomo della polis greca era sotto questo riguardo più libero dell’uomo della società borghese, e il cristianesimo pensa di essere altrettanto «democratico» in quanto considera ogni uomo come un essere «sovrano», Marx può dire: «La consapevolezza del proprio valore, la libertà, andrebbe ora novamente risvegliata nel petto di questi uomi¬ ni. Soltanto tale consapevolezza, che con i Greci scomparve dal mondo e con ‘il semplice cristianesimo’ si perse nelle az¬ zurre nebbie del cielo, può ritrasformare la società in una co¬ munità di uomini per i loro fini supremi, in uno Stato demo¬ cratico» (fV., 1/1, p. 561)84. Soltanto in questa comunità concernente l’uomo in quanto tale, e dunque



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