Match point. Come la scienza sta sconfiggendo il cancro by Roberto Burioni

Match point. Come la scienza sta sconfiggendo il cancro by Roberto Burioni

autore:Roberto Burioni [Burioni, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2023-01-14T23:00:00+00:00


15. Segreto militare

Era la sera del 2 dicembre 1943. Nel cielo di Bari la luna era crescente. Al porto si lavorava senza sosta, e al tramonto si erano accese una gran quantità di luci che avevano illuminato a giorno i moli, mentre un gran numero di navi alleate, ancorate presso le banchine, stavano iniziando le operazioni di scarico. Dopo l’8 settembre, nel capoluogo pugliese avevano cominciato ad arrivare dagli Stati Uniti e da tutta l’Europa alleata imbarcazioni cariche di materiale bellico, destinato principalmente alla zona di Foggia, dove erano in costruzione le aerostazioni da cui sarebbero partite le missioni aeree contro la Germania.

Nel corso dei loro bombardamenti in Italia gli Alleati avevano risparmiato la città di Bari proprio per il suo porto, che avevano scelto come snodo di approvvigionamento per le future operazioni, e in città si erano installati i comandi di diverse armate, tra cui la 15ª forza aerea statunitense. Mentre le navi svuotavano le loro stive e gli equipaggi lavoravano senza sosta, nessuno guardava il cielo o si preoccupava di possibili attacchi nemici: la Luftwaffe, l’aeronautica tedesca, era rientrata in forze in Germania, per concentrarsi sulla difesa del Reich, e non c’era ragione di temere un bombardamento. A dire il vero era passato un aereo, a un certo punto, nel pomeriggio. Alcuni dicevano che fosse passato anche il giorno prima, e che fosse, in effetti, un ricognitore tedesco. Ma nessuno gli diede importanza.

Il porto di Bari era una Babele di rumori, luci e lingue. Le navi, una quarantina circa, battevano bandiere diverse: Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Norvegia, Lettonia, Canada, Polonia, Olanda. Oltre a quelle da carico con le attrezzature belliche era ormeggiata anche la petroliera Cassala, perché al porto doveva arrivare il carburante da trasportare poi nelle basi aeree della zona. Non ci si poteva fermare, le infrastrutture nel foggiano andavano completate al più presto, erano necessarie per sferrare l’attacco definitivo a un nemico in difficoltà.

Alle 19.30, sopra il porto si udì il lamento della sirena antiaerea. Sulle navi e sui moli, militari e civili alzarono lo sguardo, sorpresi e atterriti. Gli aerei alleati erano di stanza a Foggia, impegnati a proteggere le nuove strutture, e i cieli di Bari erano senza alcuna difesa; nel porto non c’erano rifugi antiaerei, e chi si trovava lì non ebbe scelta se non quella di rimanere al proprio posto, riparandosi come poteva.

Gli aerei tedeschi erano oltre cento, e arrivavano dalla Grecia o dal Nord Italia. Passando sopra il porto, iniziarono a sganciare bombe sulle navi, ormeggiate così vicine una all’altra che era praticamente impossibile mancarle. Alcune imbarcazioni avevano la stiva piena di munizioni e una volta colpite esplosero, peggiorando ulteriormente la situazione e danneggiando le navi vicine. Le imbarcazioni colpite riversarono nelle acque del porto parte del loro carburante e del loro carico. Tra queste c’era la John Harvey, una nave classe Liberty, le più comuni navi cargo della marina americana, che trasportava però un carico segreto: la sua esplosione provocò la morte di 77 uomini dell’equipaggio, oltre a quella del comandante.



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