(McNab 1) Bravo Two Zero by Andy McNab

(McNab 1) Bravo Two Zero by Andy McNab

autore:Andy McNab [McNab, Andy]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Longanesi
pubblicato: 1997-05-14T16:00:00+00:00


9.

DOVEVANO essere bombe da mille libbre. Udimmo parecchie esplosioni: l'area era sottoposta a un pesante bombardamento.

Le onde d'urto ci colpirono e la macchina traballò. Le guardie imprecarono.

Il veicolo si fermò. Sentii tutti i tipici rumori dei disastri: freni che stridono, urla di dolore e disperazione, di panico e rabbia; una donna sconvolta che piangeva, un bambino che frignava, metallo contro pietra. Il guidatore e le guardie saltarono fuori, e l'aria fredda ci punse il viso. Poteva essere il nostro momento. I beduini se n'erano andati, le porte erano aperte, ma sentivo parlare.

Non vedevo cosa stava succedendo. Era snervante: dovevo dedurre gli avvenimenti soltanto dai rumori. La strada era stata bombardata? C'erano ostacoli? Si erano fermati per aiutare qualcuno? E,-cosa ben più importante, adesso avrebbero ricominciato a pestarci solo perchè eravamo bianchi e loro erano stati colpiti?

Nella mia mente i pensieri si rincorrevano, ma prima che avessi il tempo di parlare con Dinger gli iracheni tornarono e ripartimmo.

Proseguimmo per un'ora e mezzo. Il mio senso dell'orientamento era andato a puttane non appena eravamo usciti dalla base e avevamo svoltato a sinistra: non avevo la più pallida idea di dove potevamo trovarci. Tornai a incazzarmi con me stesso. Quando alla fine ci fermammo, per quello che ne sapevo potevamo benissimo essere a Timbuctù.

Ci trascinarono fuori del veicolo: io fui messo in una stanza che mi sembrò la stessa di prima. Avevo la sensazione che le guardie fossero ancora a letto. Qualcuno mi spinse a terra e mi ammanettò a quella che identificai come la parte di un letto. In effetti era piuttosto comodo. Non ero rannicchiato sul retro di un veicolo, non avevo le orecchie in mezzo alle ginocchia e una mano incatenata troppo in alto. Mi sedetti sul pavimento a gambe incrociate, cercando di mettermi a mio agio e di sintonizzarmi con l'ambiente. Sentivo di avere di fronte un muro. Cercai di tirare indietro la testa in modo da riuscire a vedere oltre il mio naso. Non vedevo altro che un pezzo della stufa a cherosene.

Rimasi lì seduto per un'ora, a riflettere sulle varie possibilità.

Sicuramente quando erano cadute le bombe stavamo attraversando un centro abitato. Era Baghdad? Ma perchè portarci a Baghdad? Per mostrarci alla gente? Per usarci come scudi umani? E gli alleati avrebbero bombardato una prigione? Vigliacchi, se non lo avessero fatto. Di sicuro Schwarzkopf non avrebbe fermato l'offensiva perchè Dinger e Andy erano tenuti prigionieri in un centro radar. A chi ci avrebbero consegnato? Avrebbero girato un video? Non mi sarebbe spiaciuto: volevo che a casa sapessero che ero ancora vivo.

Sentivo due respiri bassi e regolari. Per verifìcare se dormivano, mi chinai in avanti appoggiando la testa sul letto. Non accadde nulla. Scivolai sul fianco destro e misi la testa sul tappeto. Ancora nulla. Sfregando la benda contro il tappeto riuscii ad abbassarla un po'. Ero davvero tornato nella stanza di prima.

Cercai di capire cosa era successo agli altri. Eravamo noi due gli unici sopravvissuti? Ci avrebbero detto se qualcuno aveva passato la frontiera? Non potevo ottenere risposta, ma era un buon esercizio mentale.



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