Mi dicevano che ero troppo sensibile by Federica Bosco

Mi dicevano che ero troppo sensibile by Federica Bosco

autore:Federica Bosco [Bosco, Federica]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Vallardi
pubblicato: 2018-04-16T22:00:00+00:00


Del perché attiriamo gli stronzi

Chi non riesce a difendersi e ad autoaffermarsi viene sistematicamente attaccato e provocato da chi è arrogante. Lo sappiamo dalle elementari.

Perché in natura (ma soprattutto quando uno è imbecille) è facile e gratuito sottomettere il più debole.

E anche adesso ci capita spesso di venire attaccati con battute, ora sarcastiche o apertamente provocatorie, o più subdolamente nascoste, ed è certo che se c’è qualcuno da sacrificare in un gruppo saremo noi.

Questo legame però è ambivalente, e niente affatto casuale.

Il fatto che ci percepiscano più deboli e provino un desiderio insano di schiacciarci non è l’unica ragione.

Ci percepiscono anche come una minaccia.

Si sentono visti, smascherati, osservati, colti sul fatto e non gli piace per niente.

Il nostro occhio acuto e spietato non si lascia incantare dal loro show, dall’«Io conosco tizio e caio», «Io ho fatto questo e quello», io io io io, niente affatto, ci basta uno sguardo per scovare la falla nel sistema, per vedere la persona per quella che è nelle sue paure, le sue insicurezze, il bambino solo e spaventato che si nasconde dietro l’adulto presuntuoso. E in quel preciso istante, l’istante esatto in cui lui ha capito che noi sappiamo, ecco che diventiamo il suo peggior nemico, quello da eliminare, il legame col suo passato da dimenticare, quello in cui è stato a sua volta bullizzato, deriso e preso in giro.

Ma poiché, a differenza degli altri, non lo troviamo simpatico, né abbiamo intenzione di osannarlo, e al contrario ci limitiamo a un sorriso educato e a qualche «ma davvero», il soggetto in questione capisce che non ha alcuna presa su di noi, e comincerà a deriderci pubblicamente, o a prenderci in giro, o a coalizzarsi con altri contro di noi.

E diventerà una serata faticosissima, dove invano cercheremo di recuperare, e qualunque nostra parola sarà contraddetta, amplificata, irrisa, distorta, fino a quando quella persona non sarà certa di averci annientato e possibilmente fatto il vuoto intorno.

Di questi individui tossici è pieno il mondo, ne incontro almeno uno per cena, festa, avvenimento a cui (rarissimamente) mi reco.

Dopo innumerevoli situazioni in cui mi sono trovata messa all’angolo, tanto da non sapere più nemmeno cosa dire, al punto da dover giustificare la mia presenza, ho imparato a mettere da parte il «superpotere» ed evitare di scatenare una guerra termonucleare ogni volta.

Le arti marziali come il Judo o il Qi Gong insegnano a destabilizzare l’avversario dirigendo la forza della sua aggressività verso di lui invece di opporre resistenza.

Quindi, niente muso o una plateale indifferenza: incoraggiamolo invece a parlarci di lui, facciamogli un sacco di domande, ne sarà felicissimo, non vede l’ora di parlare di sé e dimostrarci quanto è straordinario (che poi non ci crede nemmeno un po’, ma questa è un’altra storia!); in questo modo non potrà trovarci simpatici e odiosi allo stesso tempo.

È probabile che percepisca il nostro alto potenziale e le nostre capacità inespresse, che a lui mancano, ed è altrettanto probabile che gli stiamo comunicando un’antipatia che lui percepisce in maniera istintiva (non siamo neanche noi degli angioletti!).



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