Michelle Rowen - Countdown by Conto alla rovescia

Michelle Rowen - Countdown by Conto alla rovescia

autore:Conto alla rovescia
Format: epub
pubblicato: 2015-12-15T00:00:00+00:00


13

Per fortuna non si è messo a discutere.

Passando accanto al tombino aperto ho afferrato il piede di porco. Rogan si è diretto verso la porta di uno degli edifici circostanti.

«Sono tutte chiuse» gli ho detto. A ogni passo sentivo una fitta alla caviglia. Mi sudava la mano, ma Rogan l’ha stretta forte nella propria come se non volesse lasciarmi andare.

«Proprio tutte?»

«Non lo so. Credo... credo di averle provate tutte quando ti stavo cercando!»

Per colpa della slogatura non riuscivo a correre molto veloce e l’altra squadra ci stava raggiungendo. Erano velocissimi. Sentivo i tonfi dei loro pesanti scarponi sull’asfalto mentre si precipitavano verso di noi.

Rogan ha lanciato una rapida occhiata indietro. «Li fermo io. Tu nasconditi.»

«Pessimo piano.»

«Perché?»

«La regola dei trenta metri. Se ti allontani troppo, le nostre teste esploderanno, ricordi?»

Ha imprecato sottovoce con un’espressione che tradiva la tensione. «Hai ragione.»

«E poi preferirei non starmene in disparte a guardare mentre ti massacrano.»

Ha inarcato le sopracciglia. «Per un po’ potrei resistere.»

«Sì, facendo l’eroe prima che ti sgozzino. Non se ne parla. Siamo una squadra, nel bene e nel male.»

Mi ha lanciato un’occhiataccia. «Dammi il piede di porco.»

Ho deciso di non ribattere e mentre glielo allungavo ho sbattuto con il piede dolorante contro un sasso. Sono scivolata, ma Rogan mi ha presa per un braccio evitandomi la caduta. Abbiamo continuato a correre, anche se dopo aver girato l’angolo abbiamo rallentato un bel po’. Un’altra strada buia e senza auto. Solo cemento, pietra e mattoni freddi.

Ma c’era un’ombra più avanti, in mezzo alla strada. Qualcosa di molto più grande di un sasso. Ho incrociato lo sguardo di Rogan prima di raccoglierlo e sentire con la mano il freddo metallo nero.

Era una pistola.

Ci avevano fornito ciò di cui avevamo bisogno per terminare il livello. Come prima con il piede di porco. Ho soffocato un senso di gratitudine per chi l’aveva messa là, aiutandomi ad affrontare un po’ la paura. Almeno adesso mi potevo difendere.

Quando Mac e Kurtis ci hanno raggiunti, io tenevo la pistola tra le mani e Rogan era dietro di me con il piede di porco. Ho visto i contorni indistinti dei loro visi, il respiro che si condensava nell’aria fredda della notte. Indossavano la stessa, ridicola divisa nera di Countdown che avevamo anche noi, o comunque uguale a quella di Rogan. Tra i quattro ero l’unica ad assomigliare a una supereroina sexy.

«Non ci è voluto molto» ha detto quello più vecchio, Kurtis. Aveva la testa rasata e due folte sopracciglia che si univano in mezzo agli occhi. «Cavolo, da vicino è ancora più carina che sullo schermo. Quasi più bella di te, Rogan.»

Aveva in mano un coltello dalla lama corta mentre il più giovane, Mac, brandiva il piede di porco. Quest’ultimo era alto e asciutto, con lineamenti spigolosi e capelli biondi, unti, legati in una coda. Mi ha sorpresa che non sembrasse molto più vecchio di me, ma la durezza del suo sguardo e la freddezza del suo sorriso mi hanno messo i brividi. Hanno iniziato a camminare lentamente in cerchio intorno a



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