montanelli 07. medioevo by [.]

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autore:. [.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


CAPITOLO SEDICESIMO.

IL BARBAROSSA.

PRIMA di;rharciare su Roma, Federico aveva fatto una puntatina in Lombardia.

Da tempo Milano non pagava più i tributi, trascurava la manutenzione di strade e ponti, negava ospitalità ai legati tedeschi e angariava con guerricciole e spedizioni punitive il piccolo comune di Lodi, vassallo fedele dell'Impero e fiorente mercato, cui affluivano i prodotti agricoli di Crema, Pavia, Cremona e Piacenza che, in altri tempi, venivano convogliati su Milano. Nel marzo del 1153, tre ambasciatori lodigiani erano stati inviati a Costanza per denunciare i milanesi. Il Barbarossa aveva spedito in Lombardia il conte Sicherio che vi era stato accolto a lazzi e sberleffi. I milanesi l'avevano addirittura malmenato, obbligandolo ad abbandonare di notte la città e a

rivalicare le Alpi. Poi, impauriti del proprio gesto, avevano inviato all'Imperatore un'anfora colma di monete d'oro. Ma Federico non aveva voluto neppure ricevere i latori del dono, e nell'ottobre dello stesso anno con un esercito di duemila cavalieri era sceso in Italia.

Giunto a Roncaglia, nei pressi di Piacenza, aveva convocato i rappresentanti dei comuni padani. Lodi aveva ribadito le sue accuse. Le forze tedesche erano troppo scarse per un'azione di guerra contro Milano, perciò il Barbarossa si era limitato a spianare al suolo i castelli di Momo, Trecate e Galliate. Poi aveva puntato su Tortona, nemica acerrima di Pavia, filoimperiale, e l'aveva cinta d'assedio. Dopo due mesi di resistenza, la città, vinta dalla fame e dal tifo, aveva capitolato. Nell'aprile, Federico era partito per Roma. Al calar dell'estate era tornato in Germania dove, durante la sua assenza, erano scoppiate qua e là piccole rivolte di vassalli.

Nel 1152 la sua elezione era stata salutata da unanimi consensi. Nipote di Corrado di Hohenstaufen per parte di padre e del ghibellino Enrico il Leone per parte di madre, Federico conciliava gli antagonismi tra le due potenti famiglie. Quando salì al trono non aveva che trentadue anni, aveva combattuto in Asia Minore contro i Turchi e vi si era segnalato. Aveva ricevuto una rigida educazione militare e fin da bambino aveva imparato a maneggiare la spada e l'arco. Quanto a cultura, sapeva leggere e scrivere, aveva qualche nozione di storia e di geografia, e forse masticava un po' di latino. Era certamente più istruito di Carlomagno, ma lo era meno di Ottone III.

Il cronista Acerbo Morena ce lo descrive di media statura, atticciato, riccioluto, fulvo jdi capelli e rosso di barba (da cui il soprannome Barbarossa). Aveva gli occhi celesti, i denti bianchissimi e le mani lunghe e affusolate. Era di gusti semplici, beveva poco e mangiava con moderazione. Era devoto ma non bigotto, e gli unici svaghi che si concedeva erano la caccia e gli scacchi. Aveva sposato in prime nozze Adelaide di Vonburg ma poi, col consenso del Papa, l'aveva ripudiata perché sterile e s'era unito con Beatrice di Borgogna, che gli aveva portato in dote la ricchissima valle del Rodano, fino alle Fiandre. Beatrice era una donna gracile e minuta. Aveva i capelli castani e gli occhi chiari. Conosceva i classici e aveva letto i padri della Chiesa.



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