Morante Elsa - 1989 - Diario 1938 by Elsa Morante

Morante Elsa - 1989 - Diario 1938 by Elsa Morante

autore:Elsa Morante [Morante Elsa]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Literary
ISBN: 9788858416112
Google: EUJiBAAAQBAJ
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2014-09-01T22:00:00+00:00


Roma - 25 Febbraio 1938

31

Elsa Morante - Diario 1938

La morte di K.

Sono andata a dormire verso mezzanotte, ma ogni tanto ero svegliata da rumori e chiasso nella strada, forse perché era Giovedì grasso. Ho sognato che ero in una stanza che rassomigliava un poco al mio studio, almeno per la disposizione della biblioteca; ma assai più ampia, con una carta chiara. Davanti alla biblioteca c’era Filippo S. (perché poi vado a sognare Filippo S.?) coi suoi baffetti e la sua aria soddisfatta, bianco e grasso. E riordinava dei libri. Io ero seduta in un basso divanetto giallo, davanti a me per terra era un muc-chio di libri, io ero carina e incantevole come quest’estate, col vestito a fiori dal collo e tasche di taffetas, il grande feltro nero. Come al solito, quando mi sento bella, prendevo gli atteggiamenti superiori e sicuri che ci volevano.

Raccoglievo e buttavo via con negligenza i libri che avevo davanti, ma in me c’era una particolare cupezza, e Filippo S. che al suo modo stupido ed egoista faceva lo spiritoso mi dava una specie di nausea. Nessuno pareva badare al fatto che là contro la stessa parete della biblioteca c’era un letto, o meglio una culla tutta coperta di veli chiari. In quella culla lussuosa moriva Franz Kafka.

Ecco che vengono a prenderlo per portarlo via. Però che razza di usanza questa che hanno preso, di bendare i moribondi e rinchiuderli nella tomba ancora vivi; già, vanno per le spicce. Arrivano dunque due uomini in borghese, vestiti di un color marrone e tortora, all’aspetto impiegatucci, uno ha una faccia un po’ da gagà, con baffetti biondo scuro. Non si tolgono neppure il cappello.

Kafka esce dalla sua culla. E alto, tutto vestito di un abito borghese scuro, ha perfino il cappello in testa. Povero ragazzo, ti riconosco, sei proprio come nella fotografia. Ed è tranquillo, quasi parrebbe già morto, ma non è che rasse-gnazione finale, tanto non c’è niente da fare. Vedo ora che sul suo vestito scuro hanno posto una vesticciola da ragazza, sbottonata dietro e piuttosto corta e larga, a fiori vivaci gialli, rossi e blu, di cretonne ordinario. Lui sta fermo in piedi, e lascia fare. Ora gli mettono la benda sugli occhi, la riconosco, guarda, è quella striscia di seta nera sfilacciata che a volte adopero per stringermi i capelli. Il gagà dai baffetti nel legargliela dietro la testa ride, soddisfatto e con aria di libera superiorità. Un nodo mi stringe, sono indignata e tremo. Come fa a ridere quell’imbecille? Tanto un giorno anche lui sarà nelle stesse condi-zioni di Kafka. Ma forse gli pare impossibile, nessuno ci pensa prima. Di sotto la benda la bocca un po’ grande di Kafka è impassibile, la sua bocca di povero ragazzo. E pensare che lui fra poco… Guardo il suo viso bruno, vivo, cerco di immaginare il suo stato. Che penserà? Che sentirà? E arrivato quel momento spaventevole. Fra poco avrà la morte. E lo sa, questo è terribile. E sono le sue gambe che camminano per andarci, chiudersi dentro la tomba, con la benda 32

Elsa Morante - Diario 1938

nera.



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