Nazismo e management by Johann Chapoutot

Nazismo e management by Johann Chapoutot

autore:Johann Chapoutot [Chapoutot, Johann]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2021-03-08T12:00:00+00:00


Capitolo sesto

L’arte della guerra (economica)

La passione o il passatempo del giurista Reinhard Höhn, infaticabile poligrafo e grande lavoratore, è la storia militare, alla quale sembra che consacri le serate e i fine settimana: profonde cogitazioni da cui derivano numerosi e consistenti volumi. Nella vastissima produzione bibliografica del giurista, manager e Hobbyhistoriker Höhn figurano cosí tre opere di storia militare. Tra queste, ce n’è una che sembra occupare una posizione centrale, sia sul piano personale che su quello concettuale. È lo studio che dedica all’«eredità di Scharnhorst» (Scharnhorsts Vermächtnis1) e che pubblica nel 1952, nel periodo in cui le élite politiche della giovane Repubblica federale di Germania, in piena Guerra fredda, meditano intensamente, con la benedizione delle potenze occidentali, sulla creazione di un nuovo esercito tedesco. Questa attività di riflessione e riorganizzazione porta nel 1955 alla fondazione della Bundeswehr, esercito federale inequivocabilmente inserito nell’Occidente e radicato nei principî democratici e individualisti della nuova Germania. Con il suo saggio su Gerhard von Scharnhorst, illustre riformatore dell’esercito prussiano degli anni bui (1806-13), Höhn presenta la sua candidatura a partecipare, in modo piú o meno attivo, ai dibattiti e alle riflessioni di questo periodo decisivo. Proponendo la biografia intellettuale di un riformatore, il suo libro stabilisce un’analogia appena velata tra due epoche di sconfitte, quella della Prussia travolta da Napoleone a Jena e ad Austerlitz e quella del crollo del 1945. E ne suggerisce anche un’altra: al grande Scharnhorst succedono altri riformatori, piú attuali e contemporanei, tra cui innanzitutto lo stesso Höhn. Le riflessioni proposte nell’opera valgono del resto tanto per la guerra militare quanto per la guerra economica: l’attenzione estrema dedicata da Höhn alla riforma dei quadri dell’esercito si riferisce anche ai quadri di quegli eserciti moderni che sono le aziende. Leggendo il saggio si resta stupiti dalla continuità riscontrabile tra le idee, le tematiche e le ossessioni degli anni Trenta e Quaranta e quelle che orientano l’attività storica e manageriale di Reinhard Höhn dagli anni Cinquanta agli anni Novanta: non si ravvisa la minima soluzione di continuità, non ci sono fratture nelle intuizioni di fondo, nei postulati, nei principî – se si tralasciano ovviamente le ossessioni per la razza, per il pericolo ebraico e per la conquista del Grande spazio.

Il primo principio è l’interesse privilegiato per gli aspetti pratici, rappresentati in questo caso dalla storia militare. Già negli anni Trenta il giurista Höhn si distingueva per la passione per la sociologia, di cui è stato anche docente in veste di responsabile di un seminario di esercitazioni, e per la storia. La mise en abîme è lusinghiera: anche Scharnhorst e Clausewitz avevano il culto della storia e della pratica. I giuristi nazisti, e tra questi lo stesso Höhn, esortavano in continuazione a considerare il «reale» e i «casi specifici», lodavano il «diritto casistico» (Fallrecht) e la tradizione orale, esaltavano le «direttive concrete» e veneravano l’intuizione personale e il «buon senso popolare» in contrapposizione a qualsiasi tipo di astrazione, di codificazione e di apprendimento libresco. Il saggio su Scharnhorst condanna il «positivismo militare»2 con



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