Negroni cocktail. Una leggenda italiana (Italian Edition) by Picchi Luca

Negroni cocktail. Una leggenda italiana (Italian Edition) by Picchi Luca

autore:Picchi Luca [Luca, Picchi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2015-09-23T04:00:00+00:00


IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI NELLA SALVAGUARDIA E NELLA DIFFUSIONE DEI COCKTAIL

È negli Stati Uniti della metà Ottocento che ha inizio il successo di un nuovo modo di condividere la passione di bere quelle straordinarie bevande chiamate cocktail, ritrovandosi in luoghi che oggi chiamiamo “american bar”, spesso resi ancora più attraenti dalla proposta di intrattenimenti di vario genere.

In un’epoca di progresso incalzante dell’industria e dei mezzi di trasporto, e perciò di commerci su scala sempre più ampia, gli avventori di questi meravigliosi locali si ritrovavano spesso a viaggiare, per lavoro e non solo, e perciò a frequentare bar simili ma lontani anche centinaia di miglia. Ovunque fossero, cercavano un rifugio dove incontrare gente e fare due chiacchere, magari sorseggiando il proprio cocktail preferito, che però talvolta era sconosciuto al barman di turno.

E in effetti furono proprio i clienti più assidui e girovaghi, chiamati in gergo “barflies”, i veri apostoli del cocktail. è soprattutto per accontentare i loro gusti che divenne necessario raggruppare tutto lo scibile delle bevande alcoliche e delle loro combinazioni, e perciò stilare delle regole che fossero, sebbene empiriche e variabili, da guida per tutti coloro che sapevano maneggiare shaker e mixing glass. In particolare in Europa questa esigenza fu avvertita in modo sempre più pressante all’inizio del Novecento, e per farvi fronte nacquero le prime associazioni di barman che avevano un unico obiettivo: coltivare e diffondere l’arte del bere miscelato.

Anche in Italia, dopo il martirio della Guerra, fu fondata una simile associazione per volere di un manipolo di imprenditori e nobiluomini, con due soli barman nel gruppo originario. L’anno era il 1949 e sede della prima riunione fu la villa del principale promotore, il conte Antonio Spalletti Trivelli, a San Donnino di Casalgrande, nei pressi di Rubiera (Reggio Emilia). Al pari della DBU (Deutsche Barkeeper Union), della UKBG (United Kingdom Bartender’s Guilt) o del famoso Club de Cantineros di Cuba, l’AIBES (Associazione Italiana Barmen e Sostenitori) riunì rapidamente sotto la propria bandiera il flor flore del bartending italiano. Luigi Parenti, Gino Ziliani, Pietro Grandi, Rigoletto Benedetti, Angelo Zola e quanti ancora potremmo citarne, furono i primi barman italiani a indossare la giacca con il famoso shaker con foglia di vite, emblema dell’associazione nostrale.

Solo due anni dopo, il 24 Febbraio 1951, nel Grand Hotel di Torquay (GB), l’italiana AIBES partecipò insieme a sei altre associazioni (UKBG inglese, ABF francese, NBC olandese, DBG danese, SBG svedese, TSBU svizzera) alla fondazione dell’IBA, International Bartender’s Association.

L’ambizioso progetto era quello di riunire tutti i barman appartenenti alle consorelle di ogni continente e il famoso W.J. Bill Tarling, del Café Royal di Londra, fu eletto primo presidente.

Straordinario merito dell’IBA, ai giorni nostri ancora florida e autorevole, fu quello di realizzare nel 1961 in Norvegia la prima guida mondiale dei cocktail, proprio per iniziativa del presidente AIBES Angelo Zola.



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