Neiye. Il Tao dell'armonia interiore by Amina Crisma

autore:Amina Crisma
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Taoism, Other Eastern Religions & Sacred Texts, Politics & Social Sciences, Eastern, Philosophy, Foreign Languages, Religion, Religion & Spirituality, Italian
ISBN: 9788811144120
editore: Garzanti Classici
pubblicato: 2015-11-04T23:00:00+00:00

17. Santità interiore (neisheng) e regalità esteriore

(waiwang): ordinare sé stessi per governare il mondo

Secondo un’interpretazione molto diffusa, la tendenza prevalente nel taoismo antico sarebbe quella di un misticismo interamente volto alla contemplazione, in una direzione di sostanziale disimpegno rispetto alla società che si contrapporrebbe nettamente all’energica connotazione attiva, orientata all’intervento sociale e politico e all’assunzione di responsabilità di governo e di amministrazione della cosa pubblica, caratteristica del confucianesimo.181 Si tratta di una lettura riduttiva, che non rende giustizia alle ben più complesse risonanze delle fonti antiche dell’una e dell’altra tradizione, come si è cercato di mostrare nelle pagine precedenti, e in tal senso, uno degli elementi di maggior interesse del Neiye consiste precisamente nell’evidenziare quanto tale schema risulti, in realtà, fuorviante. La cura di sé che esso prescrive non è la ricerca di perfezione spirituale di un individuo isolato, proteso a separarsi dalla nequizia del secolo per attingere un’algida e incontaminata purezza, bensì un cammino di santità che costantemente si traduce in una rinsaldata relazionalità, in un profondo e rinnovato legame di solidarietà con il mondo e con l’umana ecumene.

Quando il cuore ben regolato si mantiene nel mezzo

I Diecimila esseri conseguono la giusta misura.182

Così come in tale prospettiva non si scinde mai lo spirito dal corpo, vi è parimenti inconcepibile la separazione del singolo essere umano dal vitale rapporto che lo lega alla totalità.

Non diversamente da quanto si può constatare in altri testi antichi, la neisheng, ossia la santità interiore, è inseparabile dalla waiwang, ossia la regalità esterna: per poter governare il mondo, occorre innanzitutto porre ordine in sé stessi.

Quando il cuore è ben regolato entro di te

Ben regolate parole escono dalla tua bocca

E compiti ben regolati sono affidati agli uomini.

E così il mondo intero sotto il Cielo è in ordine.183

L’adesione alla Via si sostanzia incessantemente di tale duplice movimento, rivolto verso l’interno e verso l’esterno, verso il soggetto e verso il mondo; è un movimento configurato come un alterno avvolgere e svolgere, contrarre e dilatare:

Da sempre per praticare la Via

Devi avvolgere e contrarre

Devi svolgere e dilatare.184

Al centro di questa dinamica fluida e sempre cangiante non c’è un essere inconsistente e labile come una foglia al vento: c’è un soggetto «fermo e stabile» (XVII, 4), che «sa cogliere l’unità, e sa attenersi all’unità senza smarrirla» (IX, 5-9), che «fa uso delle cose, e non si lascia usare dalle cose».185 Egli «è capace di operare mutamenti e trasformazioni» mantenendo la propria costanza intrinseca e la propria intima coerenza; è in grado di essere signore (jun), ossia di esercitare la sua signoria su tutti gli esseri, poiché sa cogliere il principio ordinatore (li) che unifica il mondo (IX, 10).

La nozione di li, «principio ordinatore», termine che in origine, a quanto pare, designava le venature naturali della giada, ben esprime il gusto pronunciato per l’ordine che caratterizza non soltanto il Neiye, ma tutto il pensiero della Cina antica. Si tratta di un’idea che, come osserva Léon Vandermeersch, appare fondata sull’esperienza del lapidario, anziché su quella del vasaio che sottende le concezioni greche:

Se lo

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