Non lasciamoli soli by Cristina Petit

Non lasciamoli soli by Cristina Petit

autore:Cristina Petit [Petit, Cristina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2023-01-15T00:00:00+00:00


Già sento la domanda: «Allora non si dovrebbe più bocciare?».

La bocciatura deve essere un’ultima spiaggia molto ponderata, accompagnata dalla certezza che sia qualcosa che fa del bene e non del male; qualcosa che fa crescere insieme insegnanti e ragazzi, qualcosa che ha già in sé delle prospettive di successo e maturazione futura.

Le bocciature per un qualsiasi Filippo che davvero non ha mai studiato sono pochissime. Ma perché poi Filippo non ha mai veramente studiato? In che posizione mi sono messa, io insegnante, per sostituire la sua non-voglia con qualche stimolo? Ho assistito da spettatore, pronta con lo strumento delle verifiche a punire la sua non-voglia, o mi sono messa di fianco a lui per cercare di capire da cosa dipendesse?

Molti insegnanti protestano: «Come possiamo fare tutto questo con tutte le classi che abbiamo e così tanto numerose? Non c’è il tempo!».

È vero anche questo. Li abbandoniamo a loro stessi perché non riusciamo neanche a occuparci di noi. Li lasciamo soli perché non ci importa e non muore nessuno se Filippo viene bocciato.

Invece qualcuno muore: Filippo in primis, anche se dice che non gliene frega nulla. Poi muore la sua fiducia negli adulti. Infine muore anche la scuola.

Quella scuola, così come la intendiamo noi insegnanti che ci crediamo e proviamo a farla diversa tutti i giorni. Quelli che non muoiono sono quelli che hanno deciso di bocciare Filippo, forti del senso di potere sul suo destino.

«Cara signora, lei di me non ricorderà nemmeno il nome. Ne ha bocciati tanti. Io invece ho ripensato spesso a lei, ai suoi colleghi, a quell’istituzione che chiamate scuola, ai ragazzi che “respingete”. Ci respingete nei campi e nelle fabbriche e ci dimenticate.» Sempre da Lettera a una professoressa: «Se ognuno di voi sapesse che ha da portare innanzi a ogni costo tutti i ragazzi e in tutte le materie, aguzzerebbe l’ingegno per farli funzionare. Io vi pagherei a cottimo. Un tanto per ragazzo che impara tutte le materie. O meglio una multa per ogni ragazzo che non ne impara una. Allora l’occhio vi correrebbe sempre su Gianni. Cerchereste nel suo sguardo distratto l’intelligenza che Dio ci ha messa certo eguale agli altri. Lottereste per il bambino che ha più bisogno, trascurando il più fortunato, come si fa in tutte le famiglie. Vi svegliereste la notte col pensiero fisso su lui a cercare un modo nuovo di far scuola, tagliato su misura sua. Andreste a cercarlo a casa se non torna. Non vi dareste pace, perché la scuola che perde Gianni non è degna d’essere chiamata scuola». E ancora: «La vita era dura anche alla scuola di Barbiana. Disciplina e scenate da far perdere la voglia di tornare. Però chi era senza basi, lento o svogliato, si sentiva il preferito. Veniva accolto come voi accogliete il primo della classe. Sembrava che la scuola fosse tutta solo per lui. Finché non aveva capito, gli altri non andavano avanti».



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