Nostra scuola quotidiana by Gianluca Argentin;

autore:Gianluca, Argentin; [Argentin, Gianluca ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sociologia, Farsi un'idea
ISBN: 9788815370310
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00

Anzianità di servizio in assenza di carriera: quale motivazione?

Se sul fronte del reclutamento e della formazione iniziale e in servizio, l’attenzione alla teacher quality è stata modesta, meglio non va su quello dell’ingaggio continuo degli insegnanti: le politiche non sembrano aver messo al centro nemmeno questa priorità. Differentemente da altri paesi, non soffriamo di massive fuoriuscite dall’insegnamento, ma non si devono dimenticare alcuni elementi che, con il passare degli anni, possono renderlo meno motivante. In primo luogo, si tratta di una professione che prevede compiti di cura, e che si caratterizza quindi nel lungo periodo per potenziali fenomeni di burn out. In secondo luogo, cresce negli anni il distanziamento generazionale con i propri studenti. Infine, vi è il rischio che negli anni si riducano gli elementi di novità insiti nella professione. Questi processi non sono contrastati nella scuola italiana dall’esistenza di percorsi di carriera che possano, da un lato, fornire agli insegnanti linee di sviluppo della loro professionalità e, dall’altro, valorizzare adeguatamente la maturazione delle loro competenze, anche all’interno delle organizzazioni scolastiche. Figure strumentali, coordinamenti e responsabilità su progetti specifici sono palliativi dentro le singole scuole, che non bastano a compensare l’assenza di strutturati percorsi di crescita professionale, che vedano combinarsi in ruoli definiti, al contempo, percorsi formativi ad hoc, responsabilità dentro gli istituti scolastici, riconoscimenti economici e sociali dei ruoli stessi e piena valorizzazione dell’esperienza accumulata nel tempo. Paradossalmente, nella scuola italiana è proprio l’anzianità di servizio la pressoché unica leva di riconoscimento economico, ma con il passare degli anni gli insegnanti (in particolare i maschi) vedono anche ampliarsi il gap salariale tra i propri stipendi (comunque piuttosto piatti nel tempo) e quelli dei loro coetanei laureati impiegati in altre occupazioni (che crescono in maniera più rapida).

Non sorprende che, in questa mancanza di progressioni di carriera e di valorizzazione professionale, per molti insegnanti scatti il passaggio a gradi scolastici superiori (dove decresce la dimensione di cura e dove è maggiore la retribuzione) e, soprattutto, lo spostamento verso istituti scolastici più vicini alle proprie esigenze, quindi più prossimi a casa, con un’utenza socialmente selezionata al rialzo e con progetti più affini ai propri interessi. Non stupisce inoltre, alla luce della modesta crescita salariale nel corso della carriera, che gli insegnanti siano impegnati spesso in attività private (si pensi, ad esempio, al mercato delle cosiddette «ripetizioni»), che garantiscono rientri economici dove l’organizzazione scolastica non riesce a fornire né significative compensazioni addizionali né riconoscimento formale dei ruoli aggiuntivi. A voler essere precisi, ciò non significa comunque che gli insegnanti italiani siano pagati molto meno dei loro colleghi stranieri, come spesso si sente affermare; il quadro in merito è più sfumato, soprattutto quando il confronto viene effettuato escludendo dalle analisi casi nazionali estremi e tenendo conto dei molteplici parametri che entrano in gioco. Lo svantaggio retributivo comparato pare concentrato soprattutto sugli insegnanti più avanti nella carriera.

Volendo tracciare una sintesi, due elementi paiono accomunare le politiche di reclutamento, la formazione iniziale e in servizio e i percorsi di carriera: in primo luogo, una tardiva

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