Note di un anatomopatologo by F. Gonzalez-Crussi

Note di un anatomopatologo by F. Gonzalez-Crussi

autore:F. Gonzalez-Crussi [Gonzalez-Crussi, F.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2018-07-12T16:00:00+00:00


VIII

RIFLESSIONI SUI MALTRATTAMENTI ALL’INFANZIA

Negli anni Sessanta, mentre seguivo il corso di specializzazione in patologia, mi trovai di fronte per la prima volta a un caso di abuso infantile. Fu un’esperienza straziante, svoltasi in un clima di indagine poliziesca; protagonista, una deliziosa bambina di tre anni: la madre la portò moribonda in ospedale, un giorno, e raccontò di essere caduta dalle scale mentre la teneva in braccio.

L’aspetto roseo e paffuto della piccola preveniva ogni immediata accusa di grave trascuratezza; i genitori, sui trent’anni, erano lui un tecnico qualificato e con un impiego ben retribuito, lei una seria donna di casa con numerosi amici pronti a garantire della sua irreprensibilità. Nonostante questo, l’autopsia mise in luce elementi di accusa contro i genitori, che indussero le autorità ad incriminarli e successivamente a condannarli per sevizie. Le lesioni riscontrate erano incompatibili con il tipo di incidente addotto per giustificarle, e del quale la madre non recava segni. Le caratteristiche radiologiche e patologiche dei traumi procurati volontariamente ai bambini erano già note, allora, e da oltre un decennio; ma nessuna conoscenza preventiva e nessun grado di assuefazione agli aspetti più ingrati degli studi anatomici avrebbero potuto prepararci alla storia atroce che svelò quel corpo innocente e martoriato. Fratture in diversi stadi di evoluzione testimoniavano ripetuti episodi di violenza; distacco delle cartilagini degli arti e lacerazioni del periosteo e dei legamenti rivelavano i brutali strattoni inflitti a quelle tenere membra; emorragie della galea, al di sotto di ben delineate contusioni nascoste dalla capigliatura, indicavano il violento impatto di un oggetto smussato (una spazzola per capelli, come poi confessò l’aggressore) contro il capo di quell’angioletto. Dovevamo scoprire in seguito che negli ambienti giudiziari si incontrano comunemente casi simili a questo, con tutto il raccapriccio che suscitano. Innumerevoli, e da incubo, sono i segni rivelatori delle brutalità sui bambini riscontrati dagli anatomopatologi: scottature alle palme, piante e natiche di quelli messi a sedere a bagno in acqua bollente; ematomi a forma di cappio lasciati da frustate con filo elettrico; ecchimosi geometriche inflitte da fibbie di cinture; lesioni diffuse nei corpi cachettici dei piccoli uccisi dall’inedia, o dall’incuria; perfino, tra le tante bizzarre conseguenze del sadismo dei genitori, polmonite di origine fisico-chimica, per via del sapone inalato dal bambino al quale la bocca era stata «lavata» a forza, o, come in un caso divulgato1, a causa invece del pepe, usato anche qui per punire parole sconvenienti!

L’enormità di questi crimini, la loro insensatezza, la loro terrificante frequenza — più di ventiseimila casi nella sola New York, da gennaio a dicembre del 1975, tutti abbastanza gravi da essere riportati2 — mi sopraffecero allora e mi opprimono oggi con angosciosa e immutata intensità. Nel giorno di quella mia prima esperienza sentii dire dai colleghi specializzandi, quasi tutti stranieri, che si trattava di un fenomeno unicamente americano: non avevano nozione di comportamenti così mostruosi, nei loro paesi. Le autoaccuse della stampa americana sembravano amplificare tali convinzioni. Pieno di sconforto, coltivavo l’ingenua speranza che altre società meno violente possedessero la chiave di un trattamento dell’infanzia universalmente più umano.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.