Notturno francese by Fabio Stassi;

Notturno francese by Fabio Stassi;

autore:Fabio Stassi; [Stassi, Fabio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838945120
editore: edigita
pubblicato: 2023-02-05T23:00:00+00:00


Sono qui ad aspettarti

Nome: Ameer.

Cognome: (non si riusciva a leggere bene perché l’inchiostro si era leggermente scolorito, o forse era stata mia madre che aveva avuto come una titubanza) Blanchard (sì, doveva essere Blanchard).

Sesso: maschile.

Data di nascita: 28 aprile 1938.

Luogo di nascita: Tunisi.

Cittadinanza: francese.

Indirizzo: Rue Sainte-Françoise 19, Marsiglia.

Tipo di documento di identità: Passaporto.

Numero di documento di identità: Z146### (tre numeri si erano ormai definitivamente cancellati).

Data di arrivo: 27 luglio.

Camera: singola.

Numero: 49.

Note: niente in deposito.

Tariffa per notte: (anche questa cifra risultava illeggibile).

Data di partenza: 27 luglio (questa data era stata aggiunta in un secondo tempo, perché il colore dell’inchiostro era leggermente diverso).

Non so se esista un istinto per una ricerca come la mia, ma questa era tutta una storia di premonizioni e di pronostici, e sin dal primo momento non ebbi alcun dubbio che fosse la scheda anagrafica di mio padre. Questa certezza mi calmò. Annotai ogni dato sul mio taccuino in uno stato di distaccata serenità. Senza batticuore. Fu come uno di quei fenomeni marini di cui racconta chi ne è sopravvissuto: un’improvvisa bonaccia colpisce la superficie dell’acqua, il mare sembra fermarsi e ritirarsi verso l’orizzonte, nell’aria si sparge una specie di fremito, perfino gli uccelli smettono di volare, si interrompe ogni rumore, ogni suono. Poi, dal fondo, da un fondo sconosciuto che né la terra né il mare e neppure gli esseri viventi sapevano di avere, comincia a correre un’onda, a ingrossarsi a ogni metro, a diventare sempre più alta, finché non si abbatte sulla riva, travolgendo tutto quello che incontra.

Nome: Ameer.

Cognome: Blanchard.

Sesso: maschile.

Data di nascita: 28 aprile 1938.

Trentun anni appena, quell’estate, contro i ventidue di mia madre.

E poi il luogo di nascita: Tunisi.

Tunisi, mi ripetevo sulle labbra. Tunisi.

Cittadinanza: francese.

Se non ricordavo male, nel 1938 la Tunisia era ancora una colonia.

Ma fu di fronte all’identità tra la data di arrivo e la data di partenza che ebbi la prova che cercavo: 27 luglio.

Quell’uomo era arrivato la notte della domenica e se ne era andato via al mattino. Tutto combaciava: l’albergo, il racconto di mia madre, la data della mia nascita, a nove mesi di distanza.

Dunque ero stato concepito in un giorno festivo, questo dettaglio non so perché mi strappò un sorriso. Sapevo pure il numero della stanza, la 49. Avevo dormito nella camera accanto, e fu proprio questa leggera imprecisione del destino a impressionarmi, come se anche le coincidenze avessero avuto, per una volta, una forma di pudore: il destino è sempre un po’ strabico. Appena me ne resi conto, nella magnificenza di quel salone gigantesco, scoppiai a piangere senza ritegno. Le mie reazioni attirarono gli sguardi degli altri clienti presenti. Un uomo che piange e ride da solo non passa mai inosservato. I presenti non erano molti, per fortuna, ma una famiglia di turisti dall’accento tedesco con una bambina di quattro o cinque anni mi si avvicinò per chiedermi se avessi bisogno di qualcosa. Continuando a singhiozzare e a coprirmi gli occhi, feci cenno che andava tutto bene.

Non riuscivo a smettere di pensare che se la



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