Ognuno per sé e Dio contro tutti by Werner Herzog

Ognuno per sé e Dio contro tutti by Werner Herzog

autore:Werner Herzog [Herzog, Werner]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-09-05T10:51:43+00:00


20.

Danza sulla corda

Penso di aver camminato spesso, nella mia vita, su una corda tesa senza nemmeno accorgermi che, il più delle volte, un abisso si apriva alla mia destra e alla mia sinistra. Non è un caso che io sia amico di Philippe Petit, che divenne famoso quando, nel 1973, poco prima dell’inaugurazione delle Torri Gemelle del World Trade Center di New York, tese una corda tra i due grattacieli, sulla quale camminò quasi a passo di danza a un’altezza vertiginosa. Mi aveva cercato, e trovato, anche nel 1969, quando Segni di vita venne presentato al New York Film Festival. Era già da un po’ di tempo che stava pianificando la traversata delle Torri Gemelle. Poco prima del nostro incontro, senza che nessuno lo venisse a sapere – o quasi – aveva compiuto un’impresa simile in Savoia, nella gola più profonda d’Europa. Di notte aveva teso una corda sul precipizio e alle prime luci dell’alba aveva iniziato la traversata. Solo per caso, un contadino che stava attraversando un ponte con le sue mucche per portarle al pascolo lo vide. Lasciò le vacche dov’erano, tornò di corsa al villaggio e svegliò il poliziotto. Quando entrambi arrivarono sul luogo, non c’era più nulla. Philippe era scomparso. I suoi aiutanti avevano smontato in fretta e furia la corda; solo alcune barre di ferro conficcate in profondità nel terreno erano la testimonianza di dove erano state ancorate. Nel caso delle Torri Gemelle di New York, già anni prima si era unito clandestinamente, con dei documenti falsi, a un gruppo di saldatori. Come se non bastasse aveva addirittura fondato una fittizia società di costruzioni, che aveva un ufficio in una delle torri ancora incompiute, dove allestì gradualmente un magazzino per il cavo d’acciaio e altre attrezzature. Da una delle piattaforme sui tetti lanciò una freccia verso l’edificio gemello, con attaccato un leggero filo da pesca, a cui si sarebbero aggiunte delle funi più spesse e robuste e alla fine il cavo vero e proprio, di diverse tonnellate, per la traversata. Alle sei del mattino salì sulla corda. Poteva agire indisturbato, nessuno lo vedeva, finché improvvisamente, sotto di lui, un tassista lo notò. Si formò un ingorgo, che gradualmente si allargò per molti isolati verso nord. Gli agenti di polizia si precipitarono sui due tetti ma non riuscirono a convincere Philippe a tornare indietro. Alla fine, visto che un elicottero della polizia stava creando pericolose turbolenze, si sdraiò sul cavo d’acciaio per riposare.

Una notte di molti anni dopo, mentre mi trovavo a Parigi, Philippe aprì per me un tombino e mi introdusse nel suo regno segreto di cunicoli e stanze infinite sotto la città. Migliaia di ossa giacciono ordinatamente stratificate in una grande camera, in un’altra, teschi di una lontana epoca di peste. Una sera ce ne andammo in giro con una corda da arrampicata di sessanta metri e un gancio: Philippe voleva esplorare insieme a me il tetto della chiesa gotica di Saint-Eustache nel quartiere di Les Halles. Fummo però sorpresi da un noto cantante e attore che stava tornando a casa ubriaco e così abbandonammo la nostra impresa.



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