Olga by Christian Hill

Olga by Christian Hill

autore:Christian Hill [Hill, Christian]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2022-10-04T12:00:00+00:00


Una lettera

Bad Kreuznach, Germania

Dicembre 1944

Dalla partenza di Hans, l’atmosfera in casa si è trasformata. Non bastano gli scherzi di Paul o i suoi giochi rumorosi a sollevare il telo nero che è calato sulla famiglia. Nemmeno i primi, incerti passi di Christine riescono a smorzare la preoccupazione scolpita nell’espressione di tutti.

«Niente può far sembrare la realtà diversa da quella che è: uno schifo» le dice Aleksandr.

«Forse Hans è nelle retrovie. Forse è al sicuro» si ripete Olga, senza crederlo davvero.

«Olen’ka…» replica lui scuotendo la testa. «Nelle retrovie ci stanno i vecchi… o quelli come lui» dice, indicando il soldato Berchtold mentre dà ordini agli altri, reggendo in mano una piantina.

Olga l’ha incontrato nel parco, insieme agli altri prigionieri. Stava passeggiando con la bambina quando li ha notati. Stanno realizzando delle barriere semicircolari: accatastano pietre, macerie e sacchi pieni di sabbia. Olga non sa a cosa possano servire, ma ricorda che ce n’erano di simili anche a Rostov. Il soldato Berchtold dirige i lavori con la sua consueta incompetenza: Michailovich lo ha già assistito tre o quattro volte nel decifrare i simboli sul progetto.

«Devo tornare al lavoro, prima che quello si accorga che mi sono fermato» dice il ragazzo. «Ci vediamo al prossimo allarme, Olen’ka?»

Lei annuisce. Gli sfiora la mano. «Stai attento.»

«Anche tu.»

Sulla porta di casa incontra il signore e la signora Kemp, coperti dai loro pesanti cappotti.

«Andiamo a vedere il cinegiornale» la informa la signora Kemp. «Oggi esce la nuova edizione settimanale…»

È la prima da quando Hans è partito. La fame di informazioni non è mai stata così pressante.

Olga annuisce.

«Dovresti venire anche tu» dice il signor Kemp.

«Ulrich!» prova a protestare la signora Kemp, ma ci ripensa subito, non ha voglia di polemiche: «D’accordo, vieni anche tu. Dammi Christine, la porto su dai miei».

«E Paul?» chiede Olga.

«Lui è già da loro.»

Quando sono soli, Olga si rivolge al signor Kemp. «Io… non voglio crearvi problemi. È meglio se resto a casa…»

Lui si limita a fissarla negli occhi, per secondi, minuti. Alla fine, con una voce che sembra venire dal profondo di una grotta, dice semplicemente: «Vieni».

Al cinema, si dirigono verso l’ingresso posteriore, quello che conduce alla saletta di proiezione. La signora Kemp si guarda in giro, mentre suo marito traffica con la chiave. Olga tiene lo sguardo a terra, cercando di rendersi il più invisibile possibile.

«La sala è già piena?» chiede una voce alle loro spalle.

«Buongiorno, Letter» dice il signor Kemp, trattenendo a stento la rabbia. «Non saprei dirle.»

«Perché di certo si vede meglio seduti su una comoda poltrona che in quella saletta lassù, no?»

«Dove io scelga di andare a vedere la proiezione non sono fatti suoi, Letter.»

L’uomo scoppia a ridere. Poi estrae una sigaretta e l’accende. La tiene in un angolo della bocca, mentre parla. «La vedo nervoso. Immagino ora capisca come ci si sente quando un figlio compie il proprio dovere per il Reich. Non si può essere sempre e solo parassiti del sacrificio degli altri…»

Il pugno scatta improvvisamente, fulmineo e potente. L’uomo crolla a terra mentre la sua sigaretta resta sospesa nel vuoto per un istante, prima di cadere in un cumulo di neve e spegnersi.



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