Opal by Armentrout Jennifer L

Opal by Armentrout Jennifer L

autore:Armentrout, Jennifer L. [Armentrout, Jennifer L.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2014-11-11T16:00:00+00:00


21

Il cuore mi balzò in gola. Provai ad alzare la testa pensando che avrei visto arrivare di corsa una banda di agenti del Dipartimento della Difesa.

Non vidi nulla.

«Di che parli?» chiesi a bassa voce. «Io non vedo…»

«Zitta.»

Mio malgrado obbedii. Dopo pochi secondi, però, iniziai a pensare che mi stesse prendendo in giro. «Se non ti sposti subito, ti giuro che…»

Allora lo vidi. Strisciava lungo un fianco della mia casa. Era un uomo in completo nero. Qualcosa nel suo aspetto mi risultava familiare. D’improvviso ricordai dove l’avevo visto.

Era insieme a Nancy Husher il giorno che quelli del governo si erano fatti vivi, mentre io e Daemon combattevamo contro Baruck.

L’agente Lane.

Notai la sua Expedition parcheggiata in fondo al vialetto.

«Che ci fa qui?» chiesi spaventata.

«Non lo so.» Il suo respiro era caldo sulla mia guancia. «Pare proprio che stia cercando qualcosa.» Un attimo dopo un movimento nella casa di Daemon attirò la mia attenzione. La porta si aprì e uscì Daemon. Scomparve sulla veranda e riapparve nel vialetto, a pochi metri da Lane.

«Posso fare qualcosa per lei, agente?» Il vento mi portava la sua voce, calma e ferma.

Colto di sorpresa, Lane fece un passo indietro e si portò una mano al petto. «Daemon, cielo, non sopporto quando fai così.»

Lui non sorrise e il modo in cui lo guardava fece diventare di colpo serio anche l’agente. «Si tratta di un’indagine.»

«Capisco.»

Lane infilò una mano nel taschino della giacca e ne estrasse un bloc notes. La stoffa rimase impigliata nella fondina della pistola. Non ero certa che l’avesse fatto di proposito. «L’agente Brian Vaughn risulta disperso da prima di Capodanno. Sto seguendo tutte le piste.»

«Merda» mormorai.

Daemon si mise a braccia conserte. «E cosa le fa pensare che io sappia qualcosa o che mi importi?»

«Quand’è stata l’ultima volta che l’hai visto?»

«Non lo vedo da quel giorno in cui vi siete presentati a casa mia e avete mangiato quell’orribile cibo cinese» rispose Daemon in tono così convincente che quasi gli credetti. «Non mi sono ancora ripreso.»

Lane sorrise poco convinto. «Terribile davvero.» Scribacchiò qualcosa e si rimise il blocchetto in tasca. «Quindi non l’hai proprio visto?»

«No» confermò.

L’altro annuì. «So che non vi adoravate alla follia, ma dobbiamo controllare ovunque.»

«Comprensibile.» Daemon si girò verso gli alberi sotto cui eravamo nascosti. «Perché si aggirava intorno alla casa del vicino?»

«Sto controllando tutte le case» rispose. «Sei ancora amico della ragazza con cui eri quella volta?»

Oh, no…

Daemon non disse nulla, ma persino da lì vidi lo sguardo che rivolse all’agente.

Lane si mise a ridere. «Daemon, ma quando imparerai a rilassarti?» Gli diede una pacca sulla spalla, allontanandosi. «A me non importa proprio con chi passi il tempo. Sto solo facendo il mio lavoro.»

Daemon seguiva ogni suo movimento e si girò. «Quindi se decido di mettermi con un’umana, non farai la spia?»

«Finché non vedo prove inconfutabili, no, non mi importa. Mi interessa solo arrivare alla pensione.» Si diresse verso la sua auto, poi si fermò e si girò. «Ma c’è differenza fra avere le prove e un buon intuito. Per esempio, l’intuito mi diceva che tuo fratello era scomparso con l’umana che frequentava, ma di prove non ce n’erano.



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