Opere by Giovanni Della Croce

Opere by Giovanni Della Croce

autore:Giovanni Della Croce [Croce, Giovanni Della]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788841892800
Google: xgSgC1d9SQYC
editore: UTET
pubblicato: 2013-05-22T22:00:00+00:00


CAPITOLO 31

Si tratta delle parole sostanziali che interiormente lo spirito riceve, della differenza tra queste e quelle formali, del profitto che producono e del rispetto che l’anima deve avere nei loro confronti.

1. Abbiamo detto che il terzo genere di parole interiori è costituito dalle parole sostanziali, le quali, sebbene siano anch’esse formali, in quanto si imprimono nell’anima molto formalmente, ne differiscono tuttavia in questo, che la parola sostanziale ha sull’anima un effetto vivo e sostanziale, che invece non è prodotto da quella solo formale.

Dimodoché, sebbene sia vero che ogni parola sostanziale è anche formale, tuttavia non ogni parola formale è sostanziale, ma lo è solo quella che, come abbiamo detto, imprime sostanzialmente nell’anima ciò che per suo mezzo significa. Così, se nostro Signore dicesse formalmente all’anima «Sii buona», questa subito sarebbe sostanzialmente buona. O se le dicesse «Amami», subito avrebbe e sentirebbe in sé sostanza di amore divino; o se essa fosse in grande timore ed egli le dicesse «Non temere», subito sentirebbe grande fortezza e tranquillità. Poiché, come dice il Savio, «il detto di Dio e la sua parola sono piene di potenza» (Ecl. 8, 4); e perciò producono sostanzialmente nell’anima ciò che le dicono; il che infatti intese esprimere David quando disse: «Guardate che egli darà alla sua voce voce di virtù» (Sal. 67, 34). E così fece con Abramo, il quale, quando Dio gli disse: «Cammina alla mia presenza e sii perfetto» (Gn. 17, 1), subito fu perfetto e andò sempre a lui sottomesso.

E questo è il potere della sua parola nel Vangelo: soltanto pronunziandola risanava gli infermi, risuscitava i morti, ecc. Ad alcune anime Dio concede locuzioni sostanziali di questo tipo; e sono di tanta importanza e valore che sono per l’anima vita e virtù e bene incomparabile, poiché una parola di queste le procura un bene maggiore di quanto non ne abbia ricevuto in tutta la vita.

2. Nei confronti di queste parole l’anima non ha niente da fare, né da volere, né da non volere, né da rifiutare, né da temere.

Non ha niente da fare per compiere quanto esse dicono, perché queste parole sostanziali Dio non le pronunzia mai affinché essa le ponga in opera, ma per operare in lei attraverso esse; il che non accade nelle formali e successive.

E dico che non deve né volerle né non volerle, poiché non c’è bisogno del suo volere affinché Dio le conceda, né basta il non volerle per impedirne l’effetto; ci si comporti invece con rassegnazione ed umiltà nei loro confronti.

E non ha niente da rifiutare, giacché il loro effetto rimane sostanziato nell’anima e ricolmo del bene di Dio, rispetto al quale, ricevendolo passivamente, la sua azione niente vale.

Né l’anima ha da temere qualche inganno, poiché né l’intelletto né il demonio possono intromettervisi provocando passivamente in lei un effetto sostanziale, in modo da imprimerle l’effetto e l’abito della sua parola. A meno che l’anima non si sia consegnata al demonio con patto volontario, in modo che, abitando in lei come suo signore, egli le imprima simili effetti, che però non sono di bene, ma di malizia.



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