Parlare al buio by Gian Mario Villalta

Parlare al buio by Gian Mario Villalta

autore:Gian Mario Villalta [Villalta, Gian Mario]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SEM
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Dicembre 1976

Il professor Di Giovanni entra in classe e puntualmente esclama: «Qui dentro c’è una puzza che non si respira, perdiana!».

Pronunciando una frase così breve il professor Di Giovanni riesce a spostare l’accento siculo sul quale intona “Qui dentro” verso un flautato finale veneto, dove la parola “perdiana” segue la falsariga di un “ostregheta” lungo e affilato come una gondola. Nelle gamme intermedie gli riesce anche qualche nota della parlata locale. Maurizio sa imitarlo benissimo, compresa la solita mentina in bocca: per la gola, dice il professore, anzi precisa che a lui le caramelle fanno schifo. È il mal di gola cronico che lo condanna a succhiare zuccherini di tutte le forme e di tutti i colori, con le tecniche più raffinate per riuscire a parlare senza sputare i pezzetti o farsi colare la saliva dagli angoli della bocca. Sarebbe capace di annoiare una pietra con le sue riflessioni sul genere umano, ma per fortuna in classe nostra anche le pietre sono in grado di procurarsi una distrazione.

A parte questo, ha ragione: la puzza c’è. E noi sappiamo da dove viene.

Il professor Di Giovanni non sospetta neppure che sia la Silvia, alla quale dedica lunghi istanti di contemplazione (soprattutto durante le prove scritte) e il bis delle frasi meglio riuscite nel corso dei suoi estenuanti monologhi.

Silvia è bella. Le camicie da boscaiolo canadese e i maglioni del padre, che indossa seguendo la moda degli studenti, non riescono a renderla meno slanciata. Il movimento delle braccia, la testa sollevata, gli occhi vivi. Fa piacere guardarla.

Silvia puzza. Un odore terribile, che non pare umano. L’odore di un cassonetto delle immondizie la sera di ferragosto. Tra lei e il compagno più vicino c’è sempre un banco vuoto. Durante i compiti in classe, quando la tensione aumenta, è necessario aprire le finestre anche nelle più gelide mattinate di gennaio.

Una puzza leggendaria, la cui fama si diffonde e viene consolidata all’inizio del quarto anno dello scientifico.

C’è stato il terremoto ai primi di maggio.

Ci sono i campeggi improvvisati nei parchi, gli inviti presso amici che abitano case a un solo piano, la paura. Tutto questo porta a stringere nuove amicizie. C’è stata anche la promozione generale, dopo un anno di autogestione scolastica. Secondo quanto era stato più volte minacciato durante l’anno, la nostra classe avrebbe dovuto subire una dura punizione per quella che noi abbiamo chiamato con enfasi l’“azione contropolitica”. Invece tutti promossi.

La politica pretendeva obbedienza per fare ancora e sempre politica. La nostra “contropolitica” è consistita in un anno di letture impossibili e di interminabili discussioni. Non abbiamo scusanti, soprattutto per i compagni della federazione che formano il comitato scolastico. Loro sono occupati già a sedici anni a spartirsi le cariche, parlando sempre dei compagni operai: li invitano nelle assemblee d’istituto, ma dopo si vergognano di sentirli parlare e chiedono loro di stringere.

Quest’estate ho lavorato in una industria di mobili. Per i soldi, non certo per fare “esperienza di fabbrica”, come capita di sentire.

Il rientro a scuola, dopo la nuova scossa di terremoto a settembre,



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.