Parole al potere by AA.VV

Parole al potere by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2013-02-14T23:00:00+00:00


Roma, 3 gennaio 1925

Benito Mussolini

Sul delitto Matteotti

Nel 1901 Benito Mussolini (Predappio 1883 - Giulino di Mezzegra 1945) conseguì il diploma magistrale e si iscrisse al Partito socialista, prima di espatriare in Svizzera per sottrarsi alla leva (1902-04). Vicino alle posizioni dei sindacalisti rivoluzionari e fortemente anticlericale, al rientro in Italia fu arrestato diverse volte, prima per aver organizzato uno sciopero (1908) e poi per aver guidato le manifestazioni contro l’impresa libica (1911): occasione in cui condivise per un anno la cella con Pietro Nenni. Direttore dell’“Avanti!” nel 1912, venne sollevato dall’incarico ed espulso dal partito quando pubblicò un editoriale favorevole all’intervento italiano nella Grande guerra. Dopo aver fondato “Il Popolo d’Italia”, Mussolini fu inviato al fronte, dove venne anche ferito. Nel dopoguerra diede vita al movimento dei Fasci di combattimento con altri reduci, e alla fine del biennio rosso si presentò come l’uomo che poteva fermare «l’avanzata bolscevica». Su posizioni solo ora opposte ai socialisti, nel 1921 Mussolini fondò il Partito nazionale fascista e diede inizio a una stagione di ampie illegalità e violenze culminate nella marcia su Roma dell’ottobre 1922, quando a sorpresa il re conferì a Mussolini l’incarico di formare il nuovo governo. Dopo aver vinto le elezioni del 1924 in alleanza con i liberali, anche grazie a una legge elettorale che assicurava un forte premio maggioritario, il potere di Mussolini vacillò (ma non cadde) quando il segretario del Partito socialista unitario, Giacomo Matteotti, venne sequestrato e ucciso da alcuni squadristi. Sconfitta con il concorso della Corona la protesta dell’opposizione, che sin dal 27 giugno aveva abbandonato i lavori della Camera, Mussolini si dedicò all’edificazione del regime attraverso una serie di provvedimenti legislativi che tra il 1925 e il 1929 modificarono sostanzialmente l’assetto costituzionale. Dopo aver raggiunto la pacificazione con il Vaticano grazie ai Patti lateranensi (1929), Mussolini toccò l’apice del consenso nel 1936, al momento della conquista dell’Etiopia e della proclamazione dell’Impero. Le sanzioni imposte dalla Società delle Nazioni per la campagna africana lo spinsero ad avvicinarsi sempre più alla Germania nazista e a partecipare alla guerra di Spagna in aiuto dei golpisti di Francisco Franco (1936). Nel 1938 la proclamazione delle leggi razziali cementò ulteriormente l’alleanza con Hitler, accanto al quale Mussolini schierò l’Italia in guerra a partire dal giugno del 1940. I pessimi risultati delle operazioni belliche e lo sbarco degli angloamericani in Sicilia portarono alla caduta del regime e all’arresto di Mussolini per volontà del re il 25 luglio 1943. Liberato dai tedeschi qualche giorno dopo l’armistizio dell’8 settembre, il duce costituì con il loro aiuto la Repubblica sociale italiana nel nord della penisola e così facendo diede inizio alla guerra civile. Catturato dai partigiani mentre cercava di fuggire in Germania, venne fucilato il 28 aprile 1945.

Il discorso del 3 gennaio, con cui Mussolini si assunse la responsabilità politica dell’omicidio di Matteotti sfidando apertamente l’opposizione, fu uno dei più celebrati dal regime durante il ventennio, persino più di quello – celeberrimo – in cui, parlando per la prima volta come capo del governo dopo



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