Partiti politici in Italia by Piero Ignazi

Partiti politici in Italia by Piero Ignazi

autore:Piero Ignazi [Ignazi, Piero]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Farsi un'idea
editore: il Mulino
pubblicato: 2010-02-14T23:00:00+00:00


Apoteosi del leader e tentazione neopopulista

Forza Italia affronta le elezioni del 2001 in stato di grazia: i suoi avversari sono allo sbando e gli alleati, diversamente dal 1996, sono allineati e coperti. Ancora una volta, come già nelle elezioni precedenti, il dominus della campagna elettorale è Berlusconi. Non solo per lo straordinario favore con il quale è trattato dai suoi media – ai 1.427 minuti dedicategli dalle reti Fininvest fanno riscontro gli 887 minuti dedicati al candidato del centro-sinistra Francesco Rutelli – e, un po’ meno, dalla Rai, quanto per la qualità immaginifica e trasversale della campagna stessa. In primo luogo Berlusconi parte in anticipo emergendo da enormi cartelloni pubblicitari con brevi e assai azzeccati slogan che toccano una varietà di interessi e sensibilità: si va dalle pensioni più giuste alla sicurezza, dalle adozioni più semplici a un «buon» lavoro, dall’ambiente alle grandi opere. Forza Italia dà il tono alla campagna elettorale imponendo temi, interpretazioni e soluzioni. Questa polifonia è riassunta, più che nel messaggio del partito, nella figura del leader – unico autorizzato a presentare la propria immagine nei manifesti. La focalizzazione sulla persona del Cavaliere è assoluta, tanto che viene prodotto un singolare rotocalco apologetico, Una storia italiana, inviato a milioni di famiglie. Questa iniziativa editoriale, unita alla presentazione nel corso del talk show Porta a Porta di un «contratto con gli italiani», cioè l’impegno a realizzare almeno quattro dei cinque punti essenziali del programma, pena l’uscita dalla politica, rafforza, se ce ne fosse ulteriore bisogno, il carattere personale del partito, sussunto in tutto e per tutto dalla figura del suo leader.

In questa fase il profilo di Forza Italia subisce qualche ritocco. Mentre nel 1994, e parzialmente nel 1996, spiccavano come rivendicazioni di un’ispirazione liberaldemocratica il rifiuto della Prima repubblica e dei partiti tradizionali, il richiamo all’iniziativa privata e all’imprenditorialità, la denuncia dello statalismo e del consociativismo, nel 2001 Forza Italia smussa gli angoli e diventa ecumenica per aderire plasticamente a tutte le componenti della società. Questa trasformazione è intesa alla penetrazione nei diversi settori della società per diventare il partito centrale e «insostituibile» della politica italiana. La camaleontica adattabilità del leader consente di offrire a tutti il volto che desiderano e si attendono, e allo stesso tempo spiazza continuamente gli avversari (e spesso anche gli alleati), in affanno nel seguire le rapidissime e disinvolte mutazioni di toni e temi del Cavaliere. Non a caso gruppi di interesse importanti come la Confindustria e la Chiesa passano dalla precedente neutralità a un appassionato sostegno nel primo caso, e a una benevola attenzione nel secondo.

Una campagna elettorale così non poteva che portare a un trionfo: con il 29,5% alla Camera Forza Italia è il primo partito in 81 provincie su 103 e in 15 regioni su 20; Lombardia e Sicilia si confermano le sue roccaforti.

Quando un partito raggiunge queste dimensioni pesca i suoi consensi da serbatoi ampi e differenziati. Il rischio è che ci sia dissonanza tra il messaggio inviato e la sua ricezione. In effetti si registra uno scarto



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