Peccato originale by Giose Rimanelli

Peccato originale by Giose Rimanelli

autore:Giose Rimanelli [Rimanelli, Giose]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
editore: Rubbettino Editore
pubblicato: 2024-04-02T12:48:36+00:00


XVI

«Io-hiii!» fece Nicola, tirando le redini. E Vinia stette quieta, sul ciglio della strada.

Seduto sulla stanga del carro, le gambe penzoloni nel vuoto, Nicola li vide passare al galoppo sullo stradale: don Carlo con quel vestito nero come i curati e il colletto alto e bianco sotto la zazzera rossa; e l’altro, Miranda, raggomitolato nel tabarro e piegato sulla criniera del cavallo. Correvano ventre a terra riempiendo i bassi anfratti del tambureggiante incalzare degli zoccoli.

Nicola li seguì con gli occhi appuntiti, fin quando sparirono. Poi batté le redini sul dorso dell’animale, e gridò:

«Ooh, Vinia!»

Riprese la strada. Il carro cigolava che era una nenia, un ta-tum ritmico e dondolante sulla breccia. Anche i barili, adesso che la mula aveva svoltato per la carraia del fiume, battevano l’un l’altro sprigionando l’ottuso clangore dei recipienti vuoti.

Il freddo che sentiva sulla bocca, simile a un bavaglio acuto, gli dava nuova robustezza, ma gli stendeva i nervi. Per questo, più che ricordare propriamente, gli sembrava di essere entrato in un giro di immagini che si ripetevano, ormai spogliate di violenza, e quasi a lui estranee.

Poteva riudire la voce fonda sotto la luna che gli diceva mi dispiace Vietri. Sono cose ah queste cose. Ma non c’è da fare una tragedia. E lui: uno che va in America non deve fare una tragedia. Non può macchiarsi Vietri ché sarebbe un’altra disgrazia.

Certo, un’altra disgrazia, Nicola disse a se stesso, ma gli uomini dietro il maresciallo, così seri e comprensivi, perché poi incominciarono a gestire e a tirare il fiato senza alcuna ragione?

Certo, un’altra disgrazia!... Ma io adesso avrei voglia di gridare e ripetere a tutti... Oh, ripetere che non c’è da fare una tragedia. Volevano però che facessi una tragedia, senza che pensassi più all’America e al lavoro perché queste cose son cose grosse.

Ma io non posso ugualmente fare ciò che vorrei perché una tragedia incomincia col fucile io dicevo a Ada, e poi non si capisce mai dove va a finire. Così dicevo a Ada e aggiungevo va a finire chissà dove ma non certo in America. Nicola adesso si rivedeva quando le stringeva le mani e gliele voleva spezzare senza un perché, e Michela taceva, taceva. E perciò gli disse allora era destinato eh Michela.

Così gli dissi e lei taceva e aveva fredde mani. Poi tornammo a casa e nessuno aveva voglia di parlare, ma Ada quando la vide cos’hai fatto disgraziata disse. Così disse Ada e voleva saltarle addosso quando la vide, e non perché ci avesse una colpa la piccola.

Le guardava il sangue sulle gambe e la paglia ancora nei capelli. Perché vedeva queste cose probabilmente Ada voleva saltarle addosso, ma nemmeno Ada ragionava quella notte, così dovetti prenderla per le braccia e stringerla, stringerla, stringerla, e poi, forse, urlai anche togliti di mezzo Dio! Che ti prende che vuoi fare la stupida.

Così dissi, e urlai. Urlai, e di là nella casa dei Melfi la vecchia Giuseppa avrà pensato, ne sono certo, che le stavo scannando.

Però la muta quella notte la prendemmo nel nostro letto.



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