Ragazzo con gallo nero by Stefanie Vor Schulte

Ragazzo con gallo nero by Stefanie Vor Schulte

autore:Stefanie Vor Schulte [Vor Schulte, Stefanie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-08-31T12:00:00+00:00


17

Martin stringe forte la briglia del cavallo. Ha le nocche screpolate, ruvide e sanguinanti. Il cavallo morde il freno e scuote la testa su e giù. La bava sgocciola sulla mano umida di Martin. Il cavaliere è accasciato sulla sella e geme.

Appena iniziano a inerpicarsi su per lo stretto sentiero, ecco che appare la fortezza, spuntando come un osso dalla roccia. Le merlature più alte graffiano le nubi. Sopra, un cielo aspro. Il vento è tagliente, come se potesse tranciare il metallo. Anche se è estate. Come sarà allora l’inverno. Martin incassa la testa tra le spalle. Il cavallo ormai procede da solo. Il suo zoccolo conosce ogni curva dell’erto viottolo.

La fortezza, ostile e fredda. Un blocco sgraziato con strette finestre. Non proprio a prova di nemico, ma comunque quassù non ci vuole venire nessuno. Da qui, pensa Martin, arriva tutto il male nel mondo.

Giungono al portone, che è aperto. Martin conduce il cavallo attraverso l’arco d’ingresso. Le pietre sono scivolose. Il cavallo incespica, il cavaliere manda un gemito. Poi si fermano nel cortile, e qui subito si rende visibile l’inesorabile miseria. Case, animali, e la gente che ci vuole nelle fortezze.

Privo di qualsiasi splendore, tutto quanto. Le case si sono ammassate all’ombra delle mura come una piaga. Nel più angusto degli spazi è cresciuta un’intera cittadina.

Maiali che grufolano tra le pozzanghere. Galline che zampettano nel sudiciume. Ecco che arrivano i primi curiosi che hanno scorto il bambino e il cavaliere. Martin non deve spiegare niente e non gli viene nemmeno chiesto nulla. Conoscono il cavaliere. Lo aiutano a scendere da cavallo. D’un tratto sono tutti lì ad aiutarlo a scendere da cavallo, e lo portano via con una tale fretta che Martin fatica a tenergli dietro. È il suo cavaliere. Se l’è guadagnato.

Arriva di corsa una donna, bambini al seguito, si porta le mani davanti alla bocca. Stupita e felice, sbigottita e spaventata. Tutto insieme. Quella deve essere sua moglie. Quelli i suoi figli. Le stanno appesi alle gonne, non riesce ad avvicinarsi. Il cavaliere, mezzo morto dal dolore, le rimane irraggiungibile. Allora con naturalezza Martin prende in braccio il bambino più piccolo e segue il gruppo che si stringe attorno alla donna e al ferito. Deve rimanere vicino. Non deve perderlo di vista. Il gruppo prosegue tra le strette casupole. Sopra le loro teste è appeso il bucato ad asciugare.

Come mai, però, un cavaliere vive in un tugurio così misero? A stento ci entrano tutti per adagiarlo sul letto. Con i loro didietro, quei curiosi fanno cadere le pentole dal focolare e rovesciano le sedie. I piccoli vengono quasi calpestati. Un gatto salta da un collo all’altro soffiando velenoso.

Scaricato il cavaliere sul giaciglio, tutti arretrano. Ora la moglie ha la possibilità di avvicinarsi a lui. Gli posa un istante la mano sulla guancia. Certo si è smagrito nel suo accampamento nel bosco. Qualcuno ha mandato a chiamare il dottore. La donna apre la benda, rimuove l’impiastro di foglie ed erbe che Martin ha applicato sulla ferita. Sembra allibita alla vista della ferita.



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