Rapimento e riscatto by Vito Bruschini

Rapimento e riscatto by Vito Bruschini

autore:Vito Bruschini [Bruschini, Vito]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2017-11-21T23:00:00+00:00


22

L’idea di Giacinto Alagna

Se quello che il Bora gli aveva rivelato corrispondeva alla verità, per Jack Henderson era come aver vinto alla lotteria nazionale. L’analisi del suo informatore sembrava abbastanza realistica, ma era sostenuta solo dall’intuito perché non aveva prove di quello che sosteneva. Era comunque un buon punto di partenza per le sue indagini. L’americano cominciò così a frequentare il Ciambellone, il ristorante dove Gibbone faceva da anfitrione, dilettandosi di tanto in tanto a preparare qualche piatto della tradizione romana: coda alla vaccinara, trippa, animelle e prelibatezze simili, destinate a palati forti e stomaci a prova di bomba.

Il Bora aveva proprio ragione a dire che l’avrebbe riconosciuto a colpo d’occhio. Gibbone era ricoperto da una folta capigliatura scura, da una barba da brigante, i peli gli uscivano persino dai polsini della camicia e la circonferenza del suo stomaco era davvero imponente. Henderson mangiò nel suo ristorante per qualche sera di seguito. Lo analizzò attentamente e studiò gli avventori: nessuno sembrava appartenere a giri malavitosi. Una sera entrò nella cucina e affrontò Gibbone. L’oste stava tagliando a pezzi una costata di manzo menando colpi con una mannaia. Henderson gli si parò davanti. «Tu sei Gibbone».

L’uomo lasciò la mannaia sul ciocco di legno e si asciugò le mani dal sangue della bestia. «Non permetto a nessuno di chiamarmi così… comunque sì, mi chiamano Gibbone, e tu chi sei?».

Jack Henderson gli spiegò chi era e che cosa ci faceva a Roma. «Sono stato mandato dal signor Getty per concludere questa faccenda, che tu ben conosci. Ho l’incarico di fare presto, bene e con soddisfazione di tutti. Non sto dalla parte della polizia, ma in quella di mezzo tra la famiglia del sequestrato e di coloro che lo tengono prigioniero. Esattamente come te».

Gibbone restò interdetto. Come diavolo faceva quello straniero a sapere che lui era in collegamento con la ’ndrina di Gioia Tauro? Ma si riprese subito e svicolò la richiesta. «Nino, non so di cosa stai parlando… e comunque non è a me che devi fare queste domande».

«Dimmi allora con chi devo parlare», continuò Jack.

L’oste ebbe un attimo di incertezza. Ma poi valutò che lo straniero poteva davvero risolvere velocemente i problemi del sequestro. «Si chiama Giacinto Alagna».

«E dove lo trovo?»

«Lavora a Villa Mafalda e non ti puoi sbagliare, gira con una Miura», rispose riprendendo ad affettare le costarelle del bovino a colpi di mannaia.

«È il primario della clinica?»

«No, fa il portantino».

«Guadagnano bene qui da voi gli infermieri», commentò Jack uscendo dalla cucina.



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