Regalo di Natale by Autori Vari

Regalo di Natale by Autori Vari

autore:Autori Vari
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
editore: Sellerio
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


III

La mattina successiva, vigilia di Natale, Amedeo Consonni era in ambasce e si alzò presto. La giornata dal punto di vista atmosferico era più brutta, se possibile, della precedente, pioveva a dirotto, ma la temperatura si manteneva altissima, per essere a dicembre, tanto che Amedeo indossò l’impermeabile della mezza stagione, e non è detto che anche con quello non avrebbe sofferto il caldo.

Doveva uscire per comprare il regalo ad Angela. Ridotto alle strette, si infilò nell’unico bel negozio vicino a casa di articoli da regalo, ma nel marasma dell’offerta non riusciva a individuare qualcosa di carino. Alla fine si fece consigliare ed acquistò per Angela una cornice argentata per fotografie, un oggetto di dubbio gusto che il proprietario del negozio assicurò essere di gran classe. Spese un capitale, ma almeno il regalo aveva il suo peso.

Acquistò anche tutti i giornali. Poi passò al bar-pasticceria, comprò tre croissant.

Amedeo bussò timidamente alla porta di Angela, che gli aprì e senza curarsi troppo di lui arraffò i croissant e i quotidiani, disponendoli sul tavolo del soggiorno-sala da pranzo. In vestaglia, impose ad Amedeo di farle un caffè, addentò un croissant e si gettò sulla stampa quotidiana.

Le cronache nazionali e locali dedicavano paginate intere alla rapina di viale Lombardia a Milano. Il colpo fallito, l’allarme, il rapido intervento delle forze dell’ordine, le ore di tensione, l’eroico intervento del direttore che aveva messo fuori combattimento il rapinatore, vestito da donna.

Una quota notevole delle cronache si soffermava sulla vicenda della signora Caminati, che era stata costretta a spogliarsi nuda di fronte alla vetrata principale. In proporzione il fatto che la pistola fosse soltanto una scacciacani non ebbe l’attenzione che si meritava. Molto rilievo ebbe invece la figura del rapinatore, che si era travestito da vistosa ragazza dai capelli rossi. In realtà si trattava di un ex impiegato postale a tempo determinato, tal Bertini Alessandro, incensurato di anni trentadue, originario di Borgo a Buggiano, Lucca, e residente a Cusano Milanino. Il Bertini era disoccupato da circa due anni e stava vivendo un grave momento di ristrettezze economiche. Il vestito e la parrucca li aveva presi in prestito da sua sorella, Bertini Annalisa, che a quanto pareva non ne sapeva niente. Fra l’altro la Bertini era in possesso di una parrucca per motivi poco allegri: se l’era comprata nel corso di un trattamento di chemioterapia, resosi necessario per un prematuro tumore al seno.

I giornali ravanarono un bel po’ sul rapinatore incensurato, costretto al gesto insano da un’emergenza di povertà, mista alle tristi condizioni della sorella colpita da tumore.

In qualche pagina locale i servizi erano un po’ più approfonditi, presentavano anche delle schedine ragionate sugli ostaggi. Angela non fu molto soddisfatta della scheda che la riguardava, soprattutto perché di lei si dichiarava esplicitamente l’età, approssimata per eccesso, e a lei venivano dedicate poche righe. Molte invece ne aveva meritate la signorina Mattei-Ferri, una povera invalida paraplegica, che si era trovata proprio al centro della colluttazione finale fra il direttore e il rapinatore.

Le ricostruzioni sugli accadimenti non erano omogenee: certi



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