Requiem per la scuola? by Norberto Bottani

Requiem per la scuola? by Norberto Bottani

autore:Norberto, Bottani [Bottani, Norberto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sociologia, Contemporanea
ISBN: 9788815313348
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2013-10-14T22:00:00+00:00


3. Più si studia, meglio è?

Nello sviluppo dei sistemi scolastici la tendenza dominante è stata fin qui quella dell’espansione della scolarizzazione per coinvolgere tutte le fasce d’età giovanili. L’effetto sorprendente di questa tendenza è il prolungamento della durata della scolarizzazione: si resta nella scuola sempre più a lungo e l’indirizzo delle agenzie internazionali sarebbe di fare in modo che il 50% di una generazione compia studi superiori, universitari o non universitari, proseguendo comunque la scolarità ben oltre i 20 anni d’età.

Gli argomenti fatti valere per giustificare tale espansione sono numerosi e non li evochiamo in questa sede[21]. È una strategia che costa, in tutti i sensi, ma si obietta che l’erario pubblico ne beneficerà a lungo termine con un gettito fiscale maggiore prodotto dai redditi più elevati di una popolazione altamente istruita. Il prolungamento della scolarizzazione pesa dapprima sul bilancio dello stato, anche se si sostiene che esso sia di per sé benefico per gli individui come per le società, e costa inoltre anche ai singoli perché si passano ormai molti anni studiando a vario titolo senza esercitare un’attività stabile rimunerata. Si spendono molti soldi per l’istruzione, perché essa non è affatto gratuita anche laddove non si pagano tasse d’iscrizione. Ci si può e ci si deve chiedere fino a quando si possano espandere i sistemi scolastici vigenti che notoriamente necessitano di molto personale per funzionare e fino a quando gli stati potranno permettersi di finanziare tale espansione. Anche se, come si sostiene, più la popolazione è istruita più guadagnerà in futuro, consentendo mediante le maggiori entrate fiscali di continuare a finanziare l’espansione scolastica, occorrerebbe anche chiedersi se una società sia in grado di offrire posti di lavoro a tutti i laureati, una volta che questi oltrepassassero la soglia del 50%.

L’espansione scolastica ha un effetto iatrogeno: peggiora la situazione (dell’istruzione) invece di migliorarla, come era stato denunciato da Ivan Illich[22] in un libretto del 1971 che suscitò moltissimo scalpore. Alcuni anni fa, avevo fatto notare che Illich fu tra i primi a rilevare il duplice fallimento scolastico che oggi è sotto gli occhi di tutti: l’impossibilità di riuscire a far acquisire a ognuno il bagaglio minimo di conoscenze e competenze necessarie per inserirsi senza traumi nella vita sociale ed economica e l’impossibilità di democratizzare la società, renderla più equa, dando ai ceti sociali sfavoriti la possibilità di uscire, mediante l’istruzione e gli studi, dal vicolo cieco della miseria e della povertà[23]. L’argomentazione di Illich era complessa e documentata, fondata su una prospettiva storica millenaria che terminava con l’invito a descolarizzare la società.

Per Illich, la sola via per evitare il fallimento scolastico consiste nella soppressione del servizio statale d’istruzione per mettere a disposizione di tutti le risorse che la società consacra alla scuola. Secondo questa opzione radicale, gli effetti secondari perversi della scolarizzazione prodotti dai sistemi scolastici statali odierni, scompaiono previa cessazione pura e semplice di ogni finanziamento pubblico della scuola. Il denaro così risparmiato dovrebbe essere dirottato sulle famiglie e sugli studenti, sotto forma di crediti o di assegni educativi,



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