Roma selvatica by Antonio Canu;

Roma selvatica by Antonio Canu;

autore:Antonio Canu; [Canu, A.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: i Robinson / Letture
ISBN: 9788858120972
editore: edigita
pubblicato: 2015-01-15T00:00:00+00:00


Storie di marciapiedi e altro

«Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori»: canta così, in Via del Campo, Fabrizio De Andrè. Anche dai marciapiedi nascono i fiori. Delicati, fragili, coraggiosi, aggrappati ad uno spazio vitale minimo, come un soffio. Li trovi ai loro bordi, in balia di piedi, pneumatici, rulli delle pulizie. O radenti i muri, come ragnatele vegetali. Sono macchie di colore improvvise, inattese, tanto che è normale ignorarli, come se fossero fuori luogo.

Ricordo ancora una volta che, sceso dall’auto dopo aver parcheggiato, a pochi centimetri dal copertone della ruota ho visto una viola. Quella del pensiero, la pensée francese. Sbucava quasi sorpresa, più di me, dal marciapiede. Ho sfiorato con le dita i petali tricolori: giallo, viola, bianco. In una giornata grigia, già rumorosa per il traffico, pesante di gas, quel fiore era un’esplosione di vita. Molto cara agli inglesi, e protagonista nel Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, la viola del pensiero è una comune pianta erbacea annuale, spontanea in Europa e Asia. In Italia è presente soprattutto al Nord, ma la facilità di confusione con altre specie rende difficoltoso determinarne l’esatta distribuzione. Vive soprattutto nei campi e nei pascoli.

È stato definito «terzo paesaggio». Sono i luoghi abbandonati dall’uomo: sia gli spazi inabitati, per scelta o per costrizione, sia le aree apparentemente più povere, come le aiuole spartitraffico, i margini stradali, le radure delle aree industriali. A definirlo così è Gilles Clément, noto paesaggista francese, nel suo Manifesto del terzo paesaggio. Comprende «Rifugi per la diversità, costituiti dalla somma dei residui, delle riserve e degli insiemi primari». «Il residuo deriva dall’abbandono di un terreno precedentemente sfruttato. La sua origine è molteplice: agricola, industriale, urbana, turistica. Residuo e incolto sono sinonimi». «La riserva è un luogo non sfruttato. La sua esistenza è legata al caso oppure a una difficoltà d’accesso che rende lo sfruttamento impossibile o costoso. Appare per sottrazione dal territorio antropizzato. [...] Le riserve esistono di fatto (insiemi primari) ma anche per decisione amministrativa». Nel «terzo paesaggio» possiamo includere anche le crepe dei muri, le fessure tra i selciati, i sentieri e le scorciatoie di passaggio. Qualunque luogo in cui sia possibile l’insediarsi di piante e, con esse, di vita.

Sotto il profilo ecologico l’ambiente urbano è un potenziale habitat per molte specie vegetali. Sono quelle chiamate apofite. Per vivere in città, le piante devono essere attrezzate. Per esempio, devono essere resistenti al calpestio, come la gramigna. Avere un ciclo vitale concentrato e fiorire in qualsiasi periodo dell’anno, come avviene per le specie annuali quali l’ortica ed alcune graminacee. Essere tolleranti ai suoli ricchi di nitrati, conseguenza degli scarichi tipici dell’ambiente urbano, come l’orzo selvatico e la malva. Anche le deiezioni degli uccelli contribuiscono alla presenza di specie legate alla ricchezza di azoto.

Le piante urbane si riproducono attraverso il vento, come nel caso della parietaria o delle asteracee, o tramite la fauna, come accade con le formiche per il cappero. In città, paradossalmente, anche i veicoli introducono i semi attraverso il fango delle ruote.



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