Rusalka by Cherryh C.J

Rusalka by Cherryh C.J

autore:Cherryh C.J. [C.J., Cherryh]
Format: epub
pubblicato: 2010-01-24T22:00:00+00:00


Pyetr non amava le barche: lo aveva capito fin dalla prima oscillazione dell'imbarcazione quando aveva sentito il suo cuore battere veloce. E, quando la vela si era gonfiata facendo piegare la barca nell'altra direzione, Pyetr aveva afferrato la murata alla quale era appoggiato, convinto che si sarebbe capovolta.

Uulamets si trovava dietro a loro con lo spirito di sua figlia. Il vento era sempre costante, l'albero di Evenska spargeva le sue foglie nel fiume, e il voydianoi nuotava dietro o sotto la barca: cos'altro ci si sarebbe potuti attendere? Gli Stregoni potevano fare tutto quel che volevano in quei boschi: infatti lo avevano costretto ad interessarsi delle loro beghe, la mano gli faceva terribilmente male e, per la prima volta in vita sua, Pyetr Kochevikov si sentì completamente indifeso.

Non che affogare fosse la cosa peggiore che potesse accadere: il voydia- noi lo stava aspettando lì sotto per allungare le sue nere mani su di lui! Ma nessuna di quelle cose era così terribile come quella sensazione allo stomaco: non riusciva a sopportare il rullìo della barca, e gli pareva che, se si fosse piegato nel modo e nel momento sbagliato, sarebbe caduto in acqua... Naturalmente gli Stregoni mostravano di avere un perfetto equilibrio e nessun problema di stomaco. Loro potevano desiderare di non star male... Però era fermamente convinto che Uulamets desiderasse che lui affogasse, per cui Pyetr cercava di non alzarsi né di piegarsi sulla murata dove, sicuramente, la Creatura del fiume lo avrebbe afferrato.

«Vuoi mangiare?», gli domandò Sasha.

No. Decisamente non ne aveva voglia.

Sasha si alzò oscillando e, sorreggendosi ad una corda, mentre Pyetr lo guardava con ansia e si teneva ben stretto alla murata, oltrepassò la cabina per andare a parlare con Uulamets... della cena, forse. Oppure era andato a chiedergli di fermare la barca: Pyetr lo sperava davvero!

Uulamets sembrava stesse discutendo con Sasha: non riusciva a vedere dove si trovava di preciso, neanche inclinando la testa. Poi il ragazzo entrò

nella cabina dove avevano messo le provviste e tornò, sempre con passo malfermo, verso Uulamets e sua figlia per portar loro da mangiare e da bere. Quindi ritornò con un boccale ed una manciata di cibo, sempre oscillando e traballando, verso la prua. Pyetr lo afferrò e lo aiutò a sedersi.

«Ci fermeremo prima di sera,» lo informò Sasha.

Grazie a Dio, pensò Pyetr.

Sasha gli offrì della frutta secca ed il boccale.

Ma Pyetr non desiderava nulla.

«No. Ti prego, Padre Cielo, fai che questo supplizio finisca!»

La barca ad un tratto oscillò. Sasha afferrò una gamba di Pyetr ed il boccale prima che scivolassero entrambi nel fiume. Ebbe anche la temerarietà

di sorridere.

Pyetr aggrottò le ciglia: aveva le mascelle serrate e si teneva stretto al parapetto. Il vento aveva ripreso a soffiare, facendo vibrare le corde e scricchiolare le vecchie assi di legno. I loro volti furono raggiunti da spruzzi d'acqua ed avvolti da un velo di foschia.

Navigarono così per un po' mentre il sole iniziava a tramontare indorando quegli spruzzi d'acqua finché, con un terribile rumore, la vela si lacerò, il ponte iniziò ad oscillare, e la corda si spezzò sibilando accanto alle loro teste.



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