Scappacuore by Lea Landucci

autore:Lea Landucci [Landucci, Lea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2022-01-19T12:00:00+00:00

Valentina

Avverto la tensione sciogliersi, come se cadesse sul pavimento lasciandomi subito asciutta. Ho bisogno di sentirmi per un attimo al sicuro, di non pensare al casino in cui si sta trasformando la mia vita. Non ho un lavoro, non ho un fidanzato, non ho una vita sociale, non ho più i miei mobili, le mie cianfrusaglie di conforto, le mie abbuffate di schifezze. Ma ho un gatto, una casa, una famiglia e un nuovo, insospettabile amico.

«Mi dispiace», gli dico, di nuovo.

«Smettila», risponde. «Ora vai a letto, io vado.»

Vado? In che senso? Dove va?

«Non voglio che te ne vai», gli dico, sorprendendomi delle mie stesse parole.

«È giusto così, fidati», replica sereno. «Il tuo giudizio è falsato da quello che è appena successo, ma non voglio restare qui e invadere i tuoi spazi se non ti senti al sicuro con me, non dopo quello che è appena successo.»

Taccio perché non so cosa dire. Da una parte ha ragione, dall’altra la mia scelta di mandarlo via è stata forzata da una mancanza totale di senso della realtà. Ero incazzata col mondo, soprattutto con me stessa, e non ero lucida quando ho sbattuto i suoi vestiti alla rinfusa nella sua valigia. Come ho potuto pensare che fosse proprio lui a incarnare tutto ciò che non andava nella mia vita? Un estraneo che conosco da due settimane potrebbe mai essere causa delle mie paturnie esistenziali? Ho anche lavato le sue lenzuola a novanta gradi riempiendo l’oblò di candeggina per togliere via il senso di schifo che provavo, senza capire che quella brutta sensazione non aveva niente a che vedere con lui. Ora ho delle lenzuola che sembrano dei francobolli di cartone e un gran bisogno che lui resti.

«Non mi lasciare sola, ti prego», gli dico. «Sono un po’ scossa e ho bisogno di sapere che qualunque cosa succeda, in casa c’è qualcuno che può aiutarmi.»

«Non ti basta Tyson con i suoi artigli assassini?» mi chiede ridacchiando.

«No, voglio te.»

Forse ho un po’ esagerato, chissà cosa si mette in testa adesso. «Non nel senso sessuale», chiarisco dopo un paio di colpi di tosse. «Nel senso di amico.»

«Avevo capito, non ti preoccupare. Quella parte, quella del sesso, non succederà più, prometto.»

«Sono molto stanca», gli sussurro, mentre gli occhi mi si chiudono. Sento il corpo che si accascia, i muscoli incapaci di rispondere ai miei comandi. Poi sento qualcosa che mi solleva e la sensazione familiare del mio letto. Mi sembra di esserci planata dentro. Che bella sensazione, che morbidezza, che bello quando il frastuono si placa, quando il caldo ti abbraccia, quando senti profumo di casa. Che bello quando…

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